In sala stampa a Castel Volturno, Maurizio Sarri ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa che precede Napoli-Milan.
Esordio, primo tempo con qualche difficoltà, molto bene nella ripresa.
“Abbiamo la responsabilità di essere entrati in capo in maniera pigra, giocando su meccanismi che coinvolgono tutti, quindi si va in difficotà per forza. La reazione è stata buona e non siamo arrivati alla vittoria per qualche concausa, ci siamo andati molto vicini. Non mi è piaciuto l’approccio, ma non è motivo di preoccupazione, perchè è assurdo che in Italia si giochi ad Agosto e le partite in questo periodo lasciano il tempo che trovano. Abbiamo trovato una squadra con tanto entusiasmo e più tecnica di quanto ci aspettavamo”.
Ci potrebbe essere una soluzione con Mertens e Milik, viste anche le voci di mercato su Gabbiadini?
“A me le voci di mercato che riguardano Manolo non mi interessano, io vado in campo con chi si è allenato bene e per me, quindi, Gabbiadini è disponibile. Questo non è un periodo in cui lui raggiunge la condizione ideale, soffre qualcosa in avvio di stagione, ma le responsabilità del primo tempo di Pescara non è assolutamente sua. Per Milik vale lo stesso tipo di discorso di Mertens, Dries ha fatto molto bene a partita in corso e Milik si trova in una realtà completamente diversa ma si trova già molto a suo agio. Le sensazioni su di lui sono molto positive”.
Gli addetti ai lavori dicono che al sorteggio Champions al Napoli sia andata di lusso.
“Io degli addetti ai lavori diffido, non vedo perchè il girone dovrebbe essere facile. Ci sono tre squadre campioni nel loro paese, il girone è molto difficile e molto combattuto, ma era difficile anche aspettarsi qualcosa di diverso”.
Le voci di mercato condizionano il rendimento di giocatori come Gabbiadini?
“Nel nostro ambiente si usa spesso la parola professionista, per me è una cazzata, non vedo come un uomo possa trasformarsi in professionista un secondo dopo. Per me comunque tutti i giocatori partono alla pari domani”.
Contano di più le gerarchie o le indicazioni delle ultime partite?
“Conta tutto, le scelte si basano sul vissuto dell’allenatore. Quello visto nell’ultimo anno condiziona le mie scelte ed è giusto così, poi ci sono i riscontri in campionato e in allenamento. La gerarchia è una cosa, ma se poi il campo mi dice altro? Le gerarchie lasciano il tempo che trovano, contano i riscontri in partita e in allenamento, anzi, anche in partita i riscontri sono parziali”.
Il Napoli è cambiato con Mertens e Milik nel secondo tempo?
“Quando sono entrati loro la squadra si era già rialzata, si era trovata la situazione anche per poterla vincere e con un po’ di amaro in bocca abbiamo dovuto accettare la decisione dell’arbitro”.
La rivalità tra Insigne e Mertens è positiva o no?
“Se Mertens pernsa di potermi condizionare guardandomi in faccia non ha capito niente, non mi fa né caldo né freddo. Poi se mi fa due gol a partita può venire a guardarmi pure sotto la doccia”.
Si è avvertita in mezzo l’assenza di Jorginho?
“Che Jorginho sia per noi un giocatore importante è fuori di dubbio, ma in generale il problema è stato di compattezza e di spazio tra singoli e reparti. Con gli spazi aperti così diventa difficile per qualsiasi giocatore mettere una pezza. E’ stato un atteggiamento di squadra che ci ha portato a fare male e non c’era un giocatore che poteva risolvere la situazione da solo”.
Milik più bravo a giocare di squadra, Gabbiadini migliore in profondità?
“L’attacco della profondità è più semplice se gli spazi sono più ampi, ma ci sono giocatori che sanno attaccare la profondità anche a quattro metri dal limite dell’area, come Callejon. E’ la densità che ti crea difficoltà. Mertens è uno che tende a giocare di più con la punta, si accentra, ma tutto dipende dal momento della partita, quando è entrato Mertens era giusto che giocasse vicino a Milik e che si concedesse di più alle ripartenze degli avversari. E siamo stati bravi a coprire e non mollare le palle vaganti”.
Le difficoltà di Valdifiori contro il Pescara possono essere dovute al fatto che l’anno scorso ha giocato sempre con il miglior incontrista che avevi, David Lopez, mentre nella scorsa partita ha giocato con Allan ed Hamsik?
“Si, ma a un certo punto volevo mettere anche Zielinski al posto di Allan per sparare tutte le cartucce possibili, solo che Marek ha avuto problemi di crampi. Mi sembrava giusto provare a vincerla giocando la carta Zielinski. Sicuramente nel primo tempo era difficile pensare ad una soluzione del genere, in quel momento lì invece potevamo rischiare. La difesa poteva fare meglio, ma è stata lasciata troppo scoperta e sollecitata”.
Riguardo la partita di Pescara sei moderatamente preoccupato? Cogli più aspetti negativi o positivi?
“No, non sono nè soddisfatto nè preoccupato. Ho colto segnali negativi su come siamo entrati in campo, ma colgo i positivi nel fatto che l’anno scorso questa partita l’avremmo persa, invece siamo risuciti a metterci una pezza”.
Pensi che Napoli e Milan avranno aspettative differenti nella partita di domani?
“Aspettative differenti non sono tanto d’accordo, hanno fatto un mercato faraonico l’anno scorso e sono convinto che loro pensino di potersi giocare la Champions. E’ una partita di agosto e quindi può dipendere dalla condizione più che dalla forza, ma è una partita difficile, il Milan ha una sua identità, è pericolosa in ampiezza e attacca con tanti uomini”.
Dopo l’avvio pigro contro il Pescara, quale può essere il punto di forza?
“L’incazzatura dopo il primo tempo. La squadra deve rosicare dopo aver giocato così e gli deve far scattare la rabbia per giocare con cattiveria. E questo si deve riportare subito nella partita di domani sera perchè se questa pigrizia va avanti ci porta difficoltà, sappiamo di poter fare meglio e dobbiamo farlo subito da domani”.
Cosa pensa del mercato e dei nomi che si fanno attorno al Napoli? Quali sono le condizioni di Tonelli?
“Rog, Maksimovic e Kalinic non sono giocatori del Napoli, perciò non ne parlo. Tonelli ancora non so quando sarà disponibile”.
Cavani è un nome che rappreseneta qualcosa di fantasioso o di concreto?
“Non lo so e non mi interessa. Io domani gioco con il Milan e non mi posso preoccupare di un giocatore del PSG. Mi dispiace, non ci riesco proprio, se lo facessi non sarei in grado di allenare questa squadra. Sicuramente tutti i giocatori che sono stati qua hanno vissuto emozioni irripetibili, quindi ci sta che lancino messaggi d’amore alla città”.
Cosa si sente di promettere ai tifosi?
“Che non avremo più un approccio come quello di Pescara. Bisogna dare la sensazione di aver giocato la partita per novanta minuti, poi si vince contro una squadra più debole e si perde contro una più forte, parlando di come evolve la partita, non di valori assoluti. Ma bisogna sempre dare ai tifosi la sensazione di giocartela per novanta minuti, nella scorsa ne abbiamo giocati cinquanta e la cosa non mi è piaciuta”.