L’allenatore del Napoli Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista a “La Gazzetta dello Sport”.
Sarri ha parlato della sua carriera di allenatore come di un percorso formato da tante esperienze, anche se ora è meno fondamentalista e bada di più alle caratteristiche dei calciatori a sua disposizione:
“Il mio Napoli ha tecnica e fantasia, può esprimere questo tipo di calcio, che non è detto possa essere replicabile
in altri contesti”.
Considera Giampaolo l’allenatore che più si avvicina al suo modo di interpretare il calcio e dice che lui non si lamenta mai della squadra e parla sempre dopo una vittoria e non dopo una sconfitta. Ritiene necessaria una rioforma dei campionati considerando soprattutto l’enorme dislivello tra le prime e le altre, facendo però attenzione con la riduzione del numero delle squadre. Sarri confessa che in giacca e cravatta si sentirebbe fuori luogoe che finora non ha cambiato idea sull’indossare la tuta a bordo campo durante le partite.
Ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni del tecnico partenopeo, che è possibile leggere in versione integrale sulla “Gazzetta dello Sport” oggi in edicola.
Sulla Juventus.
“E’ la più forte degli ultimi 78 anni, ha un organico di grande qualità insieme ad un allenatore straordinario. Resta la favorita anche stavolta e sarebbe presuntuoso paragonarsi a loro. Non so ancora quale potrà essere il nostro 100 per cento, ma so che non siamo l’antiJuve che, adesso, è di un altro livello”.
Sul primato in classifica.
“Sensazione piacevole, ma parlare di primato dopo 7 partite è relativo. Il momento in cui si decide la stagione è ancora lontano”.
Sul contratto con il Napoli.
“C’è una clausola che permette soluzioni alternative a me e alla società. In questo momento, però, è l’ultimo dei miei pensieri. Mi sento legatissimo alla città e a questo gruppo, poi so che le cose a un certo punto finiscono in maniera naturale. Al presidente devo qualcosa. È stato l’unico ad aver avuto gli attributi ingaggiandomi. Per me questo è importante, spero che lo stia ripagando”.
Sulla sfida con la Roma.
“Di Francesco è molto bravo, la Roma è forte. Le insidie della trasferta sono palesi, la squadra forte ti mette in difficoltà sicuramente. Fin qui ne ha vinte 5 e persa 1 ed ha una partita da recuperare. È sicuramente competitiva, ma il mio Napoli è lanciato”.
Su Spalletti e l’Inter.
“È un allenatore top a livello europeo, ha dato entusiasmo e una solidità impressionante alla squadra. Stanno
tornando, sono stati competitivi da subito”
Sul Milan e Montella.
“Berlusconi grande dirigente che ha vinto tantissimo ma non sarei durato a lungo se è vero quello che ho letto sulle sue intercessioni nel lavoro ell’allenatore. il Milan ha fatto una campagna acquisti importante, non è valutabile perchè potrebbe essere una squadra destinata a crescere velocemente. Bisogna avere pazienza.”
Su Sacchi e Guardiola.
“Il paragone con Sacchi è un insulto ad Arrigo. Lui, ha vinto tanto, io niente. La mia è un’innovazione parziale, la
sua è stata totale. Lui ha scritto la storia del calcio in risultati ed innovazioni e se non ci fosse stato lui, io non sarei
esistito: il mio interesse tattico è nato grazie a lui. Il mio calcio è simile a quello di Guardiola, anche se con Bayern Monaco e Manchester City qualcosa è cambiato rispetto a Barcellona. La filosofia è rimasta la stessa, ma i movimenti li ha modificati, difende e attacca con moduli diversi. Trovarmelo di fronte sarà emozionante. Credo che il suo calcio segnerà quest’epoca. Fare punti nel doppio scontro col Manchester City potrebbe fare la differenza in questo girone”.
Sulla Nazionale.
“La Nazionale non è più indicativa del movimento calcistico del Paese, le squadre sono piene distranieri. Sono più indicativi i risultati delle nostre squadre di club in termini internazionali. In questo momento non accetterei di guidarla, magari tra 23 anni potrei cambiare idea”.
Sul VAR
“Io sono dubbioso, toglie spontaneità ed entusiasmo. Qualche errore viene evitato, ma è in fase di sperimentazione. Comunque, sarei per un uso molto moderato”.
Sulla 10 a Insigne.
“Gli darei anche la 20, la 30, quella che gli piace di più. Sono contrario al ritiro delle maglie, la penso come Del Piero: non si possono togliere isogni ai bambini e alla gente. Per Maradona l’eccezione si può fare, non è stato soltanto un calciatore per questa città”.
Su Higuain.
“Affettivamente ci manchiamo a vicenda, abbiamo avuto un ottimo rapporto, è un ragazzo particolare ma di cuore, era sempre piacevole parlare e scherzare con lui. Nel calcio a volte le strade si dividono, ma bisogna guardare oltre”.
Chiusura con un possibile baratto: lo scudetto in cambio del vizio del fumo:
“A me piacerebbe vincerlo fumando”.
Fonte Gazzetta dello Sport.