“Dobbiamo lavorare sulla personalità della squadra, penso di essere un allenatore da progetto”.
Maurizio Sarri è l’uomo-progetto del Napoli, ma siamo sicuri che Sarri sia nei progetti del Napoli?
Un interrogativo importante al quale si potrà rispondere soltanto a fine stagione, o in caso di esonero di Sarri anche prima. Creare un progetto non è una cosa semplice, servono i così detti “uomini-progetto”, cioè addetti ai lavori in grado di ragionare sul lungo periodo e costruire qualcosa. L’allenatore del Napoli giura di essere fatto di questa pasta, e nella conferenza stampa pre Empoli – Napoli è questa la sua dichiarazione principe:
“Mi aspetto una squadra che sappia gestire meglio determinati momenti della partita – dice Sarri riferendosi al calo avuto durante Napoli – Sampdoria -. Bisogna lavorare a livello di personalità, penso di essere un allenatore da progetto, chi mi ha preso sa cosa ha comprato e conosce la mia storia. Non soffro la pressione, perché ci sono abituato”. (Leggi Qui l’intera conferenza stampa, ndr)
Queste dichiarazioni si scontrano fortemente con quelle rilasciate durante l’ultima settimana di mercato. Il tecnico affermava di non essere “interessato a chi la società avrebbe comprato” facendo quindi capire di non aver fatto richieste specifiche. Un allenatore che non fa la squadra, in pratica, e che non entra in questioni societarie. L’opposto di un tecnico dal carisma internazionale come Rafa Benitez che l’anno scorso portava idee e richieste alla società, lui si che aveva un progetto ma è stato accantonato dalla società. Un’altra storia insomma, mentre Maurizio Sarri sembra soltanto un rivoluzionario che vuole adattare i giocatori al suo modulo. Allenatore da grande squadra? Lo dirà il tempo, ma forse la società non ha in mente un progetto preciso e giocatori che possano mandarlo avanti.
Certo è che Sarri di pressioni ne sta sopportando, e di questo gli si rende merito. Da Empoli continuano a giurare in eterno sul suo valore assoluto, difendendolo a spada tratta come fosse un idolo indiscusso, ma Napoli ed i napoletani non sanno aspettare. Le rivoluzioni non fanno per i tifosi, gli unici veri giudici dell’operato dell’allenatore e della società, vogliono vincere e subito e la maggior parte è rimasta scottata dalle scelte di mercato. E’ chiaro che all’allenatore serve tempo, per creare il suo progetto, ma deve sapere che a Napoli i progetti durano al massimo due anni, poi quando le aspettative aumentano le avventure giungono al termine ed ognuno per la propria strada. E’ stato così per Walter Mazzarri, ed anche per un top allenatore qual’era Rafa Benitez, che sia proprio Maurizio Sarri a poter invertire questa tendenza?
Il Tempo ed i risultati, e quindi il campo, saranno gli unici giudici.
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