È il 21 luglio 2019, una domenica, di Emre Can e Mandzukic, quasi subito finiti essere pure psicologi, ripeteva spesso sulla lista di proscrizione.
Non è stato solo un fallimento tecnico — pure per i mesi del lockdown — ma lessicale e spirituale, per affinità elettive, tra Sarri e i giocatori, che sono mancate fin dal principio. Come se l’allenatore fosse un formidabile ideatore di movimenti tattici e un pessimo creatore di empatia. A questo livello, almeno. Cristiano Ronaldo, tanto per fare il nome più ingombrate, s’è sempre impegnato ma spesso l’ha sopportato, anche per quella voce che, a ogni allenamento, sentiva sabotargli il talento: «Gioca a due tocchi, gioca a due tocchi». Che va benissimo con quasi tutti, non con tutti.
Un anno difficile. Una stagione tesa, con molte incomprensioni, tormentata e conclusa molto male: c’è stato quasi un rigetto tecnico quando al National stadium di Singapore, Maurizio Sarri s’infila negli spogliatoi dopo il suo primo
tempo alla guida della Juve, sotto 1-0 con il Tottenham, giocando malino: «Ma come ho fatto a perdere due scudetti contro di voi»
Fonte Corriere della Sera