Ormai la lite tra Sarri e Mancini si può dire archiviata.
Sarri è stato intervistato dal settimanale “Chi” tornando sulla questione, queste le sue dichiarazioni: “I gay nel calcio ci sono stati, ci sono e ci saranno. Spero che questa vicenda, nata male e finita bene, li aiuti a venire allo scoperto. Almeno nel Napoli non avrebbero problemi. C‘è bisogno di esempi importanti, che indichino a tutti la via del rispetto delle differenze reciproche. È già successo in altri settori che influenzano la pubblica opinione, ora è la volta del mondo del pallone, quello decisivo per il sentire comune degli italiani. La compattezza del gruppo non viene mai messa a rischio dalle abitudini private degli atleti. I problemi vengono solo da eventuali rivalità tecniche o dalle inimicizie che a volte si scatenano fra le rispettive mogli e fidanzate”.
“Senta, ma lei mi ha visto bene? Io a Mancini volevo colpirlo sul fatto che scende in campo elegante come per un ricevimento. ‘Fighetto’ volevo dirgli, mica quella roba sul sesso!“.
L’intervista continua e Sarri ribadisce il suo non essere omofobo: “Penso al mio migliore amico gay, un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia”. E anche non razzista: “Meglio ancora! La faccio parlare con la mia suorina del Valdarno. Si occupa delle donne africane in difficoltà con la sua casa famiglia qui in Italia e direttamente laggiù tramite le adozioni a distanza. Con i miei amici la finanziamo da dieci anni”.
E il “frocio”?: “Ma ce lo vede un toscanaccio come me che in una lite coi nervi a fior di pelle dice all’altro solo che è un “precisino”? Ho sbagliato, lo ammetto“.