L’ex allenatore del Napoli Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sportitalia.
Questi i passaggi più interessanti delle dichiarazioni dell’attuale tecnico della Lazio.
“È stato un anno particolare, stare fuori non mi è pesato molto. Che tristezza gli stadi vuoti.
Con la Juventus scudetto scontato all’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo.
“De Laurentiis? Mi ha chiamato a gennaio ma non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. Non era una trattativa vera e propria, solo un’informazione sulla disponibilità. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio. Disponibile per il Napoli a luglio? Sì.
Ronaldo? La gestione di Ronaldo non è semplice, è una multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra. È una situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, è una cosa che non mi piace, mi annoia e mi diverto di più in campo. Rappresenta qualcosa che può andare oltre a società e squadra, con tanti follower è chiaro che va oltre la normalità.
Jorginho da Pallone d’Oro? Se vincesse anche l’Europeo, è chiaro che lo diventerebbe. È tanto bravo e intelligente che fa sembrare tutto facile, raramente ti rimane negli occhi qualcosa di spettacolare. Questa è la sua grandezza. Jorginho è più adatto a tre che a due, poi è intelligentissimo e si adatta a tutto.
Nuovo Sarri? A me piace molto De Zerbi. Sono esterrefatto dal fatto che un ragazzo di quella età scelga un’esperienza all’estero e non ci sia una grande che abbia pensato a lui.
Sarri contro Mourinho nel derby di Roma? È roba giornalistica. Alla fine giocherà Roma contro Lazio.
Dove mi sono divertito di più? Al Napoli e negli ultimi mesi al Chelsea.
Lo scudetto perso in albergo con il Napoli? Quelli che fanno sport sanno a cosa mi riferivo. Dopo Inter-Juventus quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale: c’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili.
Higuain, Callejon, Insigne? Higuain un fenomeno quando si accende, anche se non è facile farlo accendere. Su Callejon puoi fare grandissimo affidamento, è determinante per gli equilibri di squadra. Insigne è da anni il miglior giocatore italiano. Non so come mai ma se sbaglia cinque minuti se ne parla tantissimo. Ho visto il gol al Belgio, se lo fa un altro se ne parla al TG per un mese di fila. Sono tre ragazzi a cui sono fortemente affezionato.
Mertens centravanti una genialata? Anche una botta di culo. A Bergamo eravamo rimasti in dieci. Loro attaccavano e c’erano spazi per ripartire. Tolsi Higuain e messo Mertens da attaccante: in un quarto d’ora ha preso due rigori e fatto il diavolo a quattro. Andato via Higuain e con l’infortunio di Milik rifacemmo il tentativo. Mi che dissi a Dries che avrebbe fatto 18-20 gol. Ne ha fatti 28.
Io ho delle esigenze quando alleno, voglio una società che mi faccia fare l’allenatore da campo. Se mi mettono a fare qualcosa di diverso mi intristisco e vado in frustrazione. Sono portato ad avere ambienti in cui mi esalto e altri in cui non mi diverto e vado in difficoltà. I successi del passato non sono garanzia di bel gioco o successi futuri. Io voglio avere una squadra che abbia come scopo lavorare duramente in settimana per divertirsi la domenica. Io penso che una squadra che si diverte renda più facile vincere. Io voglio che la società mi dia un obiettivo, poi quello che può spendere spenderà. La Juventus ha una forza economica non indifferente, ma ci sono nove squadre con che potenzialmente potrebbero avere più possibilità della Juventus di vincere anche con un diverso fatturato.
Kantè-Jorginho migliore coppia di centrocampo? Kantè è mostruoso, ad altissima velocità fa 3,5 km mentre la media è 2,2. Ti recupera mille palloni, può giocare a due o a tre. Penso che in questo momento storico non possano venire in Italia.
Spalletti? Sinceramente nell’ultimo periodo non l’ho sentito. Ha l’esperienza giusta per gestire qualsiasi tipo di squadra in qualsiasi situazione. In bocca al lupo, a Napoli è dura.
De Laurentiis? Non è un presidente semplice, ma i risultati li porta. Lotito? Le esperienze pre-campionato sono tutte belle e facili, mi auguro che la mia sensazione sia quella giusta”.