Ci sono un presidente, un allenatore e un contratto… non è l’inizio di una barzelletta ma di una storia vera o, se preferite, di una telenovela finta.
Un presidente e un allenatore hanno rinnovato un contratto e proveranno insieme a vincere il “coso” nei prossimi quattro anni. Ancora quarantotto mesi dove momenti di gioia si alterneranno a momenti di tensione. Funziona così in tutti i normali, veri e sinceri rapporti di coppia. Ma Napoli è la città dove la normalità, specialmente nel calcio, è quasi un’offesa.
L’accordo raggiunto tra De Laurentiis e Sarri ha fatto emergere il subdolo e diabolico animo, degli unici portatori della verità e degli esperti conoscitori delle dinamiche del calcio. Così come ha messo a nudo la frustrazione di chi è rimasto morbosamente legato agli allenatori del passato. Le loro catastrofiche previsioni sono fallite, mandando a carte quarantotto tutte le esibizioni radio-televisive-web-social che avevano preventivamente preparato per attaccare mediaticamente questo e quello. Tutto lavoro vanificato da una firma, anzi due.
Ora al “tifoso limonato” del Napoli che vive di facili consensi e popolarità, deve affidarsi alla fase due quella del “gufare” Sarri sperando che venga cacciato prima che possa vincere qualcosa. Come se Sarri non allenasse il Napoli, come se una eventuale vittoria del Napoli dipendesse non da lui ma da Mazzarri o Benitez, se non addirittura da Reja o Ventura. .
Ma il presidente-imprenditore (fatevene una ragione il presidente-tifoso è oramai estinto, cinesi, russi e arabi docet) e l’allenatore meritevole del giusto riconoscimento ottenuto, andranno intelligentemente avanti per la loro strada.
A loro non mancherà il sostegno di chi vuole compattarsi intorno a quella maglia, di chi davvero desidera il meglio per il Napoli ma sempre pronto a evidenziare in maniera costruttiva eventuali criticità…sperando che i risultati del Napoli lo costringano a restare felicemente in silenzio.
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