“Cambiare il calendario internazionale è una necessità, Higuain è con noi solo da fine luglio, non poteva giocare tutta la partita”.
Maurizio Sarri si difende. Non cerca scuse ma offre considerazioni: lo scandalo della sostituzione di Higuain al 62′ ha lanciato ombre sull’operato dell’allenatore ancor prima che il risultato. Lo si vede alla conferenza stampa, Sarri sembra provato, non ha già più l’espressione rilassata di quando allenava l’Empoli, di quando nessuno si scandalizzava per le sconfitte ed esaltava le vittorie. Ora è tutto in discussione e sotto la lente d’ingrandimento dei critici e dei tifosi: le sostituzioni, il modo di giocare ed ovviamente il risultato. Perdere all’esordio con una squadra come il Napoli significa aver sbagliato qualcosa.
“Siamo indietro”. Lo dice grave perché è sotto gli occhi di tutti, la preparazione non è stata ancora assorbita ed è fatta in previsione di un lungo periodo. Tutto diverso rispetto all’anno scorso ad Empoli, quando la preparazione offriva esplosività per fare punti nelle prime partite. “Abbiamo letture errate, siamo ancora in costruzione ed abbiamo enormi difficoltà tattiche. Possiamo evidentemente migliorare e dobbiamo migliorare soprattutto sulle chiusure difensive e sui movimenti. Voglio solo parlare di calcio giocato, perché è il lavoro a fare la differenza nel calcio ed io credo in questa filosofia”.
Il tutto come ad ammettere che in effetti molte cose siano andate storte. L’analisi della partita di Sarri è analitica, viscerale, e senza nemmeno un’ombra di cercare scusanti. Si prende le sue responsabilità ma specifica le motivazioni delle scelte, che è ciò che più conta. come per dire che le critiche siano immotivate: “Higuain ha giocato fino al 15 luglio con l’Argentina, ed è andato in vacanza poi arrivando a preparazione atletica quasi ultimata. Era ovvio che non potesse giocare tutta la partita. Il problema è rappresentato da questo calendario internazionale forsennatissimo, ma se poi i giocatori si fanno male o sono fuori condizione la colpa è mia. E’ una situazione da rivedere che mi infastidisce da anni”.
Come a dire che anche prima ne risentiva, ma in realtà è solo da quest’anno che i problemi con la nazionale incombono a causa delle convocazioni. Sarri giura, con le espressioni facciali, che la determinazione ed il lavoro sono il suo credo e che quello visto al Mapei Stadium non è il vero Napoli. Un po’ troppo presto per far sedere Sarri sul banco degli imputati.