Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’interno, ha parlato in una lettera aperta a La Gazzetta dello Sport dopo i fatti di Santo Stefano.
“Lo ribadisco: tolleranza zero con i delinquenti, ma sono nettamente contrario alla chiusura degli stadi o di alcuni settori. E non mi convincono neppure i divieti alle trasferte. La responsabilità è sempre personale: non concepisco l’idea di punire tutti gli appassionati, senza distinzioni. Anche perché i violenti sono una sparuta minoranza. Il mio impegno è portare legalità e rispetto, con la speranza di riempire le tribune e non di svuotarle. Mi piace immaginare gli spalti zeppi di famiglie e bambini, magari già a partire dalle prossime partite che prevedono San Siro a porte chiuse: Regione Lombardia ne sta parlando con il presidente del Csi di Milano. Sarebbe un bel segnale.
[…] I problemi non si risolvono solo con la forza, quando è possibile: è meglio dialogare e inchiodare tutti alle proprie responsabilità. Mi metto in ascolto, come già fatto a novembre per affrontare l’allarme delle violenze contro gli arbitri nei campionati dilettantistici e giovanili. Sono ministro ma anche tifoso: ho girato per gli stadi di mezza Italia, per questo sono sorpreso da chi chiacchiera senza aver mai messo piede in una curva. Leggo con attenzione anche la posizione della Uefa, ovviamente, anche se non la condivido. Ha criticato «la gestione dell’emergenza vissuta durante Inter-Napoli», per usare le parole della Gazzetta di ieri. Secondo Nyon, Inter-Napoli doveva essere sospesa per i cori razzisti a Koulibaly. Non sono convinto. Stoppare la partita, con gli scontri accaduti prima della sfida, avrebbe potuto provocare guai peggiori per l’ordine pubblico. In più, senza voler giustificare o tollerare volgarità e offese, mi chiedo: intendiamo difendere i giocatori beccati per il colore della pelle, ma non quelli a cui si insultano le madri? Inveire contro la famiglia di un Materazzi si può? E qual è il confine tra l’insulto razzista e l’insulto e basta? Nel 2018, chi disprezza un altro essere umano per il colore della pelle è un cretino. Ma proprio perché il problema razzismo è tremendamente serio, non va banalizzato. Benissimo le campagne di sensibilizzazione, i richiami, le multe. Ma il nocciolo è la mancanza di buonsenso e di rispetto. Gli atteggiamenti civili vanno coltivati dentro e fuori gli stadi, a partire dalle famiglie e dalle scuole. È anche per questo che – dall’anno prossimo – l’educazione civica tornerà nelle classi. Lavorerò per aggiungere anche l’educazione sportiva”.