Stessa emittente televisiva, due programmi diversi, stesso baluardo in difesa della dignità napoletana.
In pochi giorni Canale21 è stato l’involontario palcoscenico di due furibonde liti tra il noto giornalista napoletano Paolo Del Genio, uno dei più seguiti e apprezzati dai tifosi napoletani per la sua obiettività e onestà intellettuale, e due giornalisti non napoletani invitati a spiegare cosa funziona e cosa no nel Napoli di Sarri: Italo Cucci e Massimo Caputi.
GUARDA QUI il video della lite Del Genio-Cucci
GUARDA QUI il video della lite Del Genio-Caputi.
Il contendere lo stesso: meglio il bel gioco o le vittorie?
Per carità la professionalità dei protagonisti non è messa in discussione, tantomeno il loro diritto (e di chi li invita) di esprimere pareri personali sulle dinamiche del Napoli, anche se spesso più che pareri personali sembrano essere critiche faziose fatte ad arte con l’intenzione di destabilizzare l’ambiente napoletano.
Punti di vista, che vanno comunque rispettati, espressi da chi il calcio a Napoli non lo respira a diretto contatto con i napoletani sette giorni su sette 24 ore su 24, al contrario di chi il Napoli lo segue da tanti anni con la passione e il desiderio di vincere del vero tifoso ma con la professionalità del giornalista come Paolo Del Genio e di tanti altri giornalisti napoletani innamorati davvero del Napoli.
La cosa che inizia a dare fastidio a gran parte dei tifosi napoletani è la presunzione di ‘certi ‘invasori’ di voler importare a Napoli le uniche vere verità del calcio che sembrano conoscere solo loro che vivono al di là del Garigliano.
Ancora più fastidio ai napoletani da quella sensazione, forse involontaria, che questi ‘invasori stranieri’ pensano che il tifoso napoletano sia rimasto agli anni sessanta quando faceva sfilare a bordo campo il ciucciariello.
Nel caso specifico di Cucci e Caputi, i napoletani ancora meno hanno gradito la presuntuosa arroganza di come i due ‘invasori’ professionisti si sono posti nei confronti di Del Genio: dal “Non ti permetto di dire (…) Devi stare buono se vuoi stare in questa trasmissione” di Caputi romano e tifoso della Roma ospite in una TV napoletana dove si parla del Napoli, fino al “Sono 30 anni che faccio questa professione, vai in giro e dimmi se la gente conosce me o te” di Cucci come se l’essere apprezzato sia direttamente proporzionale all’essere conosciuto.
Ovviamente l’emittente televisiva è esente da colpe visto che il suo unico legittimo pensiero è far quadrare i conti e i bilanci, dove gli sponsor hanno un ruolo fondamentale e loro più aumentano gli indici di ascolto e più pagano.
Il pericolo per gli indici di ascolto di alcune emittenti è che i napoletani hanno capito che con il telecomando del televisore hanno il vero e unico potere per scacciare gli invasori stranieri e tutti gli altri che, alle critiche oneste fatte con l’obiettivo di volere il bene del Napoli, preferiscono sfogare le proprie frustrazioni e i propri rancori personali verso una piazza che li ama ogni settimana sempre di meno.