L’ex CT Arrigo Sacchi ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Con le parole non si risolvono i problemi. Serve una visione
più ampia della questione.
Quello che è successo a Palermo contro la Macedonia sono dodici anni che succede con le squadre di club. E’ dal
2010 che non vinciamo nulla in Europa, dopo la Champions League dell’Inter di Mourinho.
La Nazionale all’Europeo è stata una meravigliosa eccezione e non certo una regola.
Continuiamo a comprare stranieri per i nostri club, e anche i settori giovanili sono pieni di ragazzi che vengono
dall’estero: siamo sicuri che questa sia la strada giusta o, invece, non è questo il vero problema?
Il calcio italiano soffre di arretratezza culturale, non ci sono idee nuove. Le altre nazioni si evolvono e noi siamo rimasti a sessant’anni fa.
I meno colpevoli di questa situazione sono i giocatori e l’allenatore. Qui il problema è “istituzionale”.
I ritmi del nostro campionato sono ridicoli. Provate a guardare una partita inglese, o spagnola, o tedesca. I giocatori vanno molto più forte, si abituano nelle loro nazioni al livello europeo. Qui da noi gli arbitri fischiano troppo, le azioni sono sempre interrotte”.