Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e commissario tecnico della Nazionale italiana ai Mondiali del 1994, ha parlato della gara di martedì sera tra Napoli e PSG alla Gazzetta dello Sport.
“Il limite maggiore di quasi tutte le squadre italiane consiste nel lavorare più per fermare gli avversari che per dare un’identità al proprio gioco. Forse non si è convinti della validità di ciò in cui si crede e che si crea, oppure è il complesso di inferiorità. Anche il Napoli, che da diversi anni produce un football ottimista con un considerevole senso dell’avventura, c’è cascato, giocando un primo tempo pieno di paura e di tatticismo che hanno inibito l’autostima e la creatività, e ha permesso agli avversari di tenere l’iniziativa. Gli uomini di Ancelotti nel primo tempo non sono stati fedeli al loro stile di squadra coraggiosa e giustamente hanno subito gol. Gli azzurri avrebbero potuto fronteggiare con successo tanta qualità individuale unicamente con il collettivo, il pressing e una creatività organizzata. Carlo nell’intervallo ha stimolato i suoi ragazzi, ha chiesto il pressing sui tre difensori centrali per evitare una costruzione libera del gioco del Psg. E così si è visto il vero Napoli: un blocco aggressivo, impavido e con tempi e idee di gioco importanti. I francesi sono stati travolti da un avversario che ha messo da parte le paure e si è mosso con velocità, sganciamenti continui, fluidità di manovra, un buon possesso, raddoppi e pressing che aggredivano i frastornati rivali. In 20 minuti gli azzurri hanno concluso una decina di volte e hanno finalmente pareggiato, entusiasmando i propri tifosi. L’1-1 è stato strameritato, però deve far capire a tutti che questo gruppo potrà migliorare nei singoli e battere anche team composti da grandi campioni sfruttando la propria volontà, il lavoro, le idee e il gioco che li guida e li completa. In bocca al lupo”.