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Rizzoli svela come viene utilizzato il Var nel dettaglio: “Il fuorigioco non è un dato oggettivo”

Rizzoli

Questa mattina all’Università Federico II si è tenuto il dibattito su “Generazione VAR, tra frame e ditirri tv, come cambia il calcio per immagini” insieme ad Aurelio De Laurentiis (presidente del Napoli), Nicola Rizzoli (designatore arbitrale), Renzo Ulivieri (presidente AIAC), Mario Sconcerti (editorialista Rai).

 

L’evento si è svolto presso la sala “Ciliberto” della sede di Monte Sant’Angelo. Presenti tanti studenti che hanno esposto le loro domande ai presenti.

Queste le parole di Rizzoli: “Attraverso il confronto si può crescere e se sono qua vengo con l’oboettivo di far capire bene come viene utilizzata questa tecnologia che può migliorare ancora di più. Siamo partiti in aticipo, dovevamo partire quest’anno ma abbiamo anticipato di un anno. Il tutto è stato organizzato in estate mentre i giocatori erano in vacanza. Voglio far capire quanti benefici ha portato questa tecnologia.

Col Var il gioco deve essere interrotto meno possibile, l’Italia ha qualità con questa tecnologia e c’è anche un protocollo unico. L’obiettivo del VAR è quello di corregere solo gli errori chiari, dopo sono stati aggiunti quelli ovvi. Nelle situazioni dove ci sono dubbi non è obiettivo del Var.
L’arbitro in campo prende le decisioni, il Var interviene dopo, loro non attendoni mai qualcuno che dall’esterno gli dia un input. La decisione finale viene sempre presa solo dall’arbitro.
I punti cardine del Var sono tre.

Il protoccolo fa valutare tutti i gol: dimanica, fase di attacco,, fuorigioco, interferenza sul fuorigioco. Tutti i rigori vengono valutati nella stessa maniera. . I cartelli rossi devonoe ssere dati quando il fallo è grave.

I dati ufficiali li daremo la settimana prossima, ma inziiamo a vederne qualcuna:
falli: la Var non ha inciso molto
rigori: qui la Var è stata più precisa ed ha aiutato molto;
fuorigioco: sono stati visti di più ma i target sono cambiati, la precisione però è aumentata;
ammonizioni: sono calate del 14% e quelle per proteste sono calate del 20% ed è positivo;
simulazioni: sono diminuite del 43%, 
comportamento anti sportivo: è diminuito del 5% e l’impatto del Var sui giocatori è stato ottimo;
espulsioni: sono calate del 6% addirittura una sola per protesta, è un grande risultato per tutto il calcio.

Il tempo che si è perso col Var all’inizio era un po’ alto 1 minuto circa, ma verso la fine del campionato è sceso a 31 secondi. Qui è la tensione nervosa che ne fa da padrona. Da quando ha deciso il Var alla decisione dell’arbitro da 2 mimuti è sceso a fine campionato a 1 mnuto.

Il recupero medio è auentato di 13 secondi rispetto all’anno scorso, il tempo effettivo del gioco è aumentato di 2 minuti rispetto all’anno scorso.
Per 346 partite: 1736 check, quindi tutte le situzuaini vengono controllate; tutte le situazioni di rosso e dubbie sono state controllate. 105 correzioni che sono state controllate e che potevano essere errori di cui: 69 con con Var e 36 senza.

Su 1736 correzioni ci sono stati 17 errori, come il rigore non dato al Genoa ma ci ha aiutato per fare esperienza. Su questi 17 errori, 8 hanno inciso sul risultato.. Gli errori senza Var sono stati del 6% mentre senza dello 0,98%.

Questo progetto l’ho voluto per avere la massima strasparenza. E’ difficile valutare ma con le giuste valutazioni la tecnologia aiuta, il Var toglie un errore chiaro.

Il fuorigioco incide, non è un dato oggettivo, su questo abbiamo lasciato un margine di valutazione. Se la valutazione non è oggettiva si lascia la decisione del campo.

Il fallo di mano bisogna vedere l’intenzionalità del fallo, se è volontario o meno. In Napoli-Bologna il fallo di Koulibaly non è rigore perché sta solo difendendo una zona, il tiro non pensa nemmeno che ci sia, non è punibile”.

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