La società rossonera, dopo la sentenza del TAS che li ha riammessi in Europa ad agosto, rischia nuovamente.
Il Milan stamattina comparirà davanti alla camera giudicante per ridiscutere i termini di quella punizione che lo scorso giugno aveva estromesso il Diavolo dall’Europa League e che il TAS il 20 luglio ha ribaltato, definendola troppo severa e riammettendo i rossoneri nella seconda competizione continentale.
Il presidente Paolo Scaroni, insieme al direttore sportivo Leonardo, presenterà il nuovo business plan con cui il Milan ha progettato di recuperare i 126 milioni di deficit dichiarati nell’ultimo bilancio e sulla base di questi documenti la UEFA stabilirà la sanzione.
Ma quale sarà? vanno sottolineati due passaggi: il primo è che la sentenza del massimo organismo europeo non arriverà oggi ma a inizio dicembre. Il secondo è che il Milan non ha mai negato di aver violato i paletti del Fair Play.
Per cui il primo scenario, quello del voluntary agreement, non sembra una soluzione plausibile dato che per essere applicato la UEFA dovrebbe scagionare questa dirigenza in quanto i debiti non possono essere ricondotti alla gestione Elliott, condonare ogni risultato del bilancio 2018/2019 e accettare il piano di rientro dai debiti stilato da Scaroni (e Gazidis?) senza emettere alcuna punizione per gli errori passati.
Le altre due opzioni hanno un punto in comune: il Milan, oltre a rispettare i paletti di un nuovo settlement agreement, riceverebbe una sanzione economica. Alla resa dei conti si tratta della punizione che la dirigenza si aspetta dato che nell’ultimo bilancio sono stati accantonati 17 milioni di euro per coprire eventuali multe oppure nel caso in cui la UEFA confiscasse i premi derivanti dall’Europa League.
Quello che invece differenzia queste due sanzioni è la tempistica. Nel primo caso, il Milan sarebbe punito con delle limitazioni alla lista UEFA già a partire da gennaio, una punizione che ipoteticamente impedirebbe ai nuovi acquisti di giocare in Europa.
Nel secondo caso i rossoneri sarebbero liberi di aggiungere qualsiasi nuovo acquisto ma, un po’ come accaduto all’Inter, avrebbero delle grosse limitazioni a partire dalla prossima stagione. È quello che viene definito vincolo sui salari ed è la regola per cui per inserire una nuovo giocatore nella lista UEFA è necessario che prima ne venga tolto uno il cui valore sia equivalente o superiore a quello che prenderà il suo posto.
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Fonte: onefootball.com