Questa sera durante la trasmissione “In Casa Napoli”, in onda su PiùEnne, come ospite c’è Valon Behrami, centrocampista del Napoli. Lo svizzero si racconta in una lunga intervista, dove i temi toccati sono tanti.
Ecco il LIVE su 100x100Napoli:
“Ieri sera Calaiò non ci ha fatto dormire però dobbiamo guardare avanti. Io ora sto bene e anche ieri sera avevo buone sensazioni ma il risultato alla fine non è stato positivo e quindi non è servito a nulla. Nel secondo tempo è cambiato il ritmo rispetto al primo tempo dove riuscivamo a metterli sottopressione poi siamo calati ma loro non hanno fatto grandi cose, la partita era sotto controllo. Ho sentito molti pareri negativi ma non ne vedo il motivo. Anche l’anno scorso non eravamo in grado di gestire le partite e su questo dobbiamo migliorare, il gol è arrivato su un calcio fermo prima di questo episodio stavamo facendo bene. Se avessimo vinto si parlava di una grande prova di maturità”.
Con le piccole si perdono punti. Perché?
“Credo che non siamo ancora al livello delle grandi ma le battiamo perché quando diamo il 100% siamo in grado di fare grandi cose. Ma non è facile restare costantemente a questo livello, il progetto Benitez è appena iniziato”.
Se il Napoli batte la Roma perché non mettete la stessa determinazione anche in queste partite?
“La tensione è diversa, anche la carica cambia”.
E’ l’allenatore che forma la mentalità o sono i giocatori che non sono in grado di assimilare la mentalità dell’allenatore?
“Quando hai la mentalità di Benitez devi cambiare il modo di pensare, lui è arrivato e l’ha rivoluzionata ma forse non ha ancora tutti gli uomini di cui ha bisogno per attuarla. Napoli è una città con poco equilibrio, si passa dall’esaltazione alla negatività in pochissimo tempo ma noi dobbiamo mettere questo da parte, formare uno scudo e seguire quello che vuole l’allenatore. Il mio ruolo è essere più con Benitez richiede più presenza in possesso palla per farla girare più velocemente. Anche nelle vittorie importanti analizziamo gli aspetti negativi”.
Jorginho, si è inserito bene. Secondo te è da nazionale?
“Si, è un giocatore con qualità. Abbiamo sintonia e anche se fai turn over nel nostro centrocampo possiamo cambiare coppie ma non cambia la qualità perché ci sono giocatori ottimi in quel reparto”.
Giovedì Swansea, come l’affronterete?
“Sarà un bene per tutti andare avanti, siamo già in finale di Coppa Italia e raggiungere gli ottavi sarebbe ottimo. Ci vorrà la reazione giusta, è una partita difficile ma vogliamo passare il turno”.
Sostituto di Rafael, chi conosci dei nomi che vengono fatti in questi giorni?
“Wiese lo conosco ma credo che siano tutti bravi”.
Cosa bisogna fare per vincere con lo Swansea?
“E’ una squadra con mentalità forte, gioca palla a terra e nel loro campionato giocano con squadre forti fisicamente, lo Swansea non è da sottovalutare. Noi dovremo alzare il ritmo essere al 100%.”.
Jorginho fuori dall’Europa League, scelta giusta?
“E’ una scelta di Benitez, se perdi sono solo due partite e Fernandez era squalificato e avevamo bisogno di un difensore poi abbiamo visto che Albiol aveva anche la febbre”.
Subito dopo il Genoa cosa vi siete detti?
“Abbiamo parlato dell’atteggiamento che abbiamo avuto e se non abbiamo capito chi siamo non siamo a un buon punto. Non siamo una squadra che può permettersi un giocatore ad una percentuale inferiore: dobbiamo essere sempre tutti al 100%”.
Avete sofferto sugli esterni all’andata state lavorando su questo?
“Non possiamo recuperare velocità in questi giorni ma possiamo lavorare sul non far giocare loro. Gli esterni devono essere bravi a non far verticalizzare la palla ed è quello che vuole l’allenatore: non seguire l’uomo ma stare sulla traiettoria della palla. Non cambieremo modulo, se Benitez non lo ha fatto nelle partite disastrose non vedo il motivo per farlo ora”.
Diego Armando Maradona su Behrami: “Ha un cuore grande che lo farà diventare un caposquadra, è un grande. Insieme ad Inler fa una bella coppia”.
“Sentire le parole Di Maradona è un onore. Io in campo non ho mai fatto male a nessuno, anzi le ho sempre prese. In casa sono tranquillo ma quando sono nervoso divento taciturno. Quando vedo mia figlia, Sofia, mi tranquillizzo. Lei mi ha cambiato molto”.
Dalla Svizzera volevano mandarvi via ma poi siete rimasti grazie ad una raccolte firme.
“Si, grazie alla società in cui militavo, all’epoca avevo 10 anni, siamo rimasti in Svizzera, mi hanno girato un reportage in onda sulla tv Svizzera e da lì è partita la raccolta firme. La cosa più importante è che quando gioco nella Nazionale svizzera vedo il loro amore. Per me è emozionante”.
Prima giocavi più in area ora più arretrato.
“Ora mi diverto di più, certo vorrei ritrovare il gol ma va bene così. Benitez ha provato a cambiarmi di ruolo (terzino destro) ma ha visto che non ero contento”.
L’impatto con la città come è stato?
“E’ stato forte e rappresentare questa città è una cosa che vivi al di là del calcio. E’ stato un momento di cambiamento che non mi aspettavo ma importante per me. Dopo Gargano sentivo che i tifosi erano un po’ scettici, non è facile prendere il posto di chi è amato ma sono riuscito a conquistare i tifosi. Poi ho anche capito quanto è brutto “intossicare” questa gente”.
Sei ambasciatore onorario del Kosovo. Ora come ti senti: svizzero, kosovaro o napoletano?
“E’ importante per me, mi sento onorato perché è una Nazione piccola riconosciuta da poco ed è fondamentale, stiamo crescendo. Mia figlia sta diventando napoletana ma io mi sento svizzero e kosovaro”.
Ci sono varie voci di mercato.
“Io sono uno che ha sempre voglia di cambiare e conquistare fiducia, e sfide mi rendono vivo ma qui ce ne sono ancora tante. Voglio arrivare a qualcosa di grande ma prima vincendo col Napoli”.
La Svizzera è al mondiale, cosa ti aspetti?
“La nostra è una squadra giovane, il mondiale sarà interessante anche per i giovani forti che ci sono in squadra, dobbiamo vedere come reagiranno a tale pressione”.
Cosa pensi di Schar? Chi ruberesti come giocatore forte per portarlo al Napoli?
“Schar lo porterei a Napoli, è forte, pericoloso sulle palle alte. Ci sono tanti giocatori bravi in giro ma non mi piace dire un nome per un reparto specifico perché poi può sembrare che non ho fiducia in un mio compagno.”
Hai giocato anche in Inghilterra e anche lì il tuo ruolo era diverso.
“In Inghilterra ero più centrale, giocavo “box-to-box” è stato Zola a cambiarmi di posizione. Poi man mano sono arretrato è una questione di abitudine, di squadra in cui giochi. Io potrei propormi in avanti ma se devo lasciare giocatori più di qualità in avanti non mi pongo il problema, continuo a dare il mio contributo in avanti”.