Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Cagliari.
“Se ci stiamo divertendo? Ad essere noi si sta bene, ve lo assicuro, anche da parte dei giocatori, e ci sentiamo avvolti da questo affetto dei tifosi. Poi sappiamo che ci sono dei momenti in cui si possono fare più punti ed altri meno, la viviamo con equilibrio. Non ci nascondiamo da tempo, il discorso andrà a finire lì anche oggi, però quello dei candidati alla prima posizione è un condominio di 7 squadre e noi vogliamo assumerci il peso dei nostri millesimali, ma non vogliamo le quote degli altri, sono le stesse per tutti. Poi ci sono momenti migliori e peggiori, dobbiamo essere pronti a tutto.
Se è il mio Napoli come lo era di Benitez o di Sarri? È un onore accostare il mio nome a quelli citati, ve ne siete dimenticato pure qualcuno. Non è solo il Napoli di Gattuso, di Sarri, ma anche di Ancelotti e Benitez che ci hanno messo mano nel formare la rosa. E’ chiaro che poi bisogna saper organizzare le cose, ma in questa organizzazione come qualità sono comprese le qualità ed il talento dei giocatori. È facile chiedergliele, altrimenti non farebbero parte di questo gruppo. Hanno raggiunto un livello alto per essere qui.
Mazzarri? Io lo conosco bene, c’è un km di differenza tra me e lui, c’è un ponte che ci divide. Ci conosciamo bene, quella stretta di mano lì è solo un gioco confidenziale tra amici. Mi aspetto un Cagliari organizzato, lui sa organizzare le squadre, voi lo conoscete, domenica non ha fatto una grandissima partita, ma la precedente con la Lazio hanno dimostrato già quello che il tecnico chiede e cosa vuole. Ci vorrà il nostro massimo, in un contesto di squadra, non bastano a volte le qualità individuale contro squadre organizzate e che giocano con blocchi compatti.
Cinque cambi una nuova frontiera? Sì, è una novità importante, dobbiamo essere pronti e devono essere pronti i giocatori perché interpretano sei mio amico se mi dai la maglia, altrimenti non sei l’allenatore che preferisco. Lavorando anche sui numeri, si rendono conto che quelli che subentrano fanno la differenza. Ci sono i titolari del primo tempo e quelli del secondo tempo. Bisogna giocare al fianco di tutti. Io turnover lo chiamerei tra un po’, ora bisogna entrare in forma per me, è proprio il contrario. Qualcuno ha giocato di più proprio per tornare la condizione, poi tra poco le gare diventeranno tante e bisognerà stare attenti, ma con la preparazione in ritardo per gli europei è diverso. Oltre al tempo effettivo è questo il futuro, molte sostituzioni, il 50% della squadra dà impulso anche allo spettacolo per coinvolgere la gente. Le gare sono più belle, quando entrano gli attaccanti esterni e gli attaccanti e rimettono dentro talento, scatti, tecnica e gol, viene tutto più bello. Ci metterei anche il tempo effettivo, alla lunga qualcosa si perde nei recuperi, si vedono dei momenti delle gare dove si perde più tempo del recupero finale.
Chi ne ha più tra Milan e Inter? Nei condomini se ne danno sempre di più agli altri, anche lei (ride, ndr). Serve l’amministratore. Li abbiamo tutti allo stesso modo, a meno che non si voglia dare di più pressione ad uno o un altro. Tutti abbiamo le stesse caratteristiche, noi abbiamo avuto la fortuna del club che s’è organizzato lo stesso senza cedere, qualcuno è partito come Hysaj, Bakayoko e Maksimovic, ma grossomodo è rimasta la stessa, altre società hanno ricomprato, altri hanno speso tanto per mettere dentro elementi, questi specchi stridono quando ti arrampichi.
Cosa mi ha stupito finora? Chi ha talento di solito si accontenta di quello, i nostri calciatori oltre al talento non si accontentano e ci mettono sopra lavoro, fatica, sudore, per essere resistenti anche al mostrare il talento ed è importantissimo. È un complimento che voglio fare, si allenano sempre al massimo, si stimolano, sono 22 che si auto-alimentano, ed essendo di questa pasta qui il nemico spesso può essere la presunzione e viene cancellato automaticamente.
Mertens? È voglioso di stare dentro questo gruppo, ha spinto per esserci. Tramite il dottor Canonico abbiamo avuto dei contatti col prof che l’ha operato e rientra prima del previsto proprio perché lui vuole esserci. 10 marcatori diversi? Io vi ringrazio, ho 62 anni e ne ho vissute 2-3 situazioni… sono giocatori di qualità, talento, poi se con questo talento vuoi creare anche una squadra diventa una roba tosta. E questi vogliono creare una squadra, coinvolgendo chi c’è fuori, abbracciandosi, per me è coinvolgente, è bellissimo. Così è facile fare l’allenatore, abbiamo un capitano che tutte le volte fa vedere qual è il modo di fare il capitano e stare nella squadra. Abbiamo il comandante Koulibaly che ti guarda con quegli occhi lì e mette tutto a posto con la sua presenza e sa anche parlare benissimo. Abbiamo una società che ha fatto vedere in quel momento lì, con gli stranieri in giro, è riuscita a far tornare Ospina nei tempi per giocare, a Leicester c’era il pericolo di rinunciare ad alcuni e ci hanno messo mano.
Se ho notato miglioramenti sulla maturità della squadra? Sì, poi sulla personalità qualcosa si tenta di dire, la figura dello psicologo esterno è una roba che non mi piace tanto, è dentro al lavoro del tecnico e dipende sempre dalla società che c’è dietro, la forza di alcuni elementi della squadra che prendono la direzione giusta su ogni allenamento proposto, poi se hai tecnica la palla devi comunque strapparla per giocarla, devi mettere a fuoco le cose importanti e loro le riconoscono da soli.
Le caratteristiche della squadra? Se stanno lì dove verticalizzi, bisogna tirarli fuori, fare quel possesso sulla metà campo perché non c’è spazio dietro la linea difensiva e si palleggia molto per fargli perdere equilibrio e misure tra i reparti, per entrare negli spazi che hai creato tra le linee. Non si capisce quando sento dire si verticalizza, o il portiere deve saper parare. Non lo dico io che il portiere deve giocare con i piedi, ma gli allenatori forti, se non sa palleggiare non lo prendono. Se ti vengono a pressare forte, devi tornare al portiere per forza e devi ricostruire da dietro. Poi quando ti vengono a prendere e c’è spazio pure il portiere deve verticalizzare, il centrale deve saper giocare, bisogna giocare, poi abbiamo qualità e spesso ci fanno giocare nella loro metà campo.
Cosa è cambiato nelle ultime partite? Niente, a Leicester meritavamo di più, nell’ultima abbiamo avuto delle difficoltà nel primo tempo, Ospina ha fatto due parate fondamentali, nell’inizio siamo stati anche in difficoltà e non finiva così se loro segnavano in quella fase, provo a trovare equilibrio in quello che si dice, anche se pure noi abbiamo avuto altre occasioni ma capita che sbagli un’occasione e loro fanno gol. Si può sempre migliorare, concretizzare e magari non concederle quelle occasioni”.
Chi è lo stoccatore a centrocampo? E’ una caratteristica dell’incursore, Zielinski ha la bastonata, non dà tempo al portiere, Elmas pure fa gol, Fabian ce l’ha fatto vedere, secondo me ha possibilità anche Anguissa, pure se ha calciato alto qualche volta, ce l’abbiamo qualcuno. Pure Demme è uno che ce l’ha il tiro, Lobotka forse meno, ha altre caratteristiche ma ha il lancio profondo meno secco ma siamo a posto su questo.
Come ha reagito Manolas dopo le tre panchine? La reazione di Manolas la può valutare anche lei, ha giocato un tempo ed ha visto come s’è comportato, subito in scivolato, totalmente dentro la squadra, col giusto atteggiamento. Rrahmani fa sempre parte di quel ragionamento dell’auto-alimentarsi, del diventare un gruppo ed una squadra forte. Quando hai un blocco squadra così è più facile arrivare lontani”.
Se Anguissa mi ha sorpreso? Quando Giuntoli e Micheli mi hanno parlato di lui non lo conoscevo, loro di più sì, ma è un po’ l’analisi in un contesto lì, nel calcio inglese hanno tutti quella fisicità lì, di venirti addosso con tutta la forza del contrasto. Nel nostro contesto è più facile, meno giocatori hanno quelle caratteristiche, ci stiamo attrezzando perché tutti li cercano per alzare il livello, e deve essere anche tecnico. Quando mi sono informato su che ragazzo è, qualche dubbio si aveva, tutti ci hanno detto la stessa cosa e le qualità sono aumentate. E’ un ragazzo splendido, davvero uno da gruppo Napoli, sembrava un ritorno per come si è inserito. Ragazzo semplice, gli puoi chiedere qualsiasi cosa ed esegue. Se si mette anche quella qualità lì nel box da riempire, allora pure Fabian come la squadra ne trae beneficio.
Se ci sono le condizioni per aprire un ciclo o è presto parlarne? E’ il giorno dopo giorno che fa la differenza, bisogna iniziare bene, poi sulla crescita può pure non esserci una fine. Chi si mette a disposizione ed esegue le idee, poi si riesce a portare qualche risultato. Come sta Ghoulam? Ghoulam è vicino, vuole star dentro, probabilmente se continua così la prossima gara lo portiamo con noi”.