È il Manchester United il club europeo che nella stagione 2013/14 ha realizzato i maggiori ricavi da sponsor e merchandising, superando di circa 15 milioni il Bayern di Monaco, primatista la scorsa stagione sportiva, culminata con il triplete.
Secondo le rilevazioni di Calcio&Finanza sui bilanci delle principali società di calcio europee, emerge infatti che le attività commerciali hanno fruttato ai Red Devils 239,56 milioni di euro, con un’incidenza sui ricavi complessivi del 44%. Tutto questo grazie, in modo particolare, alla General Motors che, per vedere il marchio Chevrolet stampato sulle maglie della gloriosa squadra inglese, ha sottoscritto un contratto di sponsorizzazione da circa 60 milioni di euro a stagione. Un record, destinato ad essere ritoccato al rialzo quando, il prossimo anno, partirà il contratto di sponsorizzazione tecnica sottoscritto con Adidas, del valore di 94 milioni di euro circa a stagione.
Ma il colosso dell’auto Usa è solo uno, anche se il più remunerativo dei brand, ad essersi legato al Manchester. Troviamo, in qualità di global sponsor, anche Aon, Aeroflot, Bulova, Bwin, Concha y Toro, DHL, Epson, Kansai, Nissin, Singha, Toshiba, Yanmar e l’italiana Campari, a cui si aggiungono i “regional sponsor” Apollo, Cho-A Pharm, Euro Food, Federal, Gloops, Honda, Hong Kong Jockey Club, Kagome, Manda, Multistrada, Ottogi, Pepsi, Unilever e Wahaha. Un portafoglio che nella scorsa stagione, solo in termini di sponsorizzazioni è valso 135,83 milioni di sterline (171,36 milioni di euro), cui si aggiungono 37,51 milioni di sterline (47,32 milioni di euro) dalle attività di merchandising e 15,96 milioni di sterline dalla fornitura di contenuti multimediali a piattaforme web e mobile in giro per il mondo.
Numeri impressionanti, specie se confrontati con quelli delle società italiane, considerato che, se sommati, i ricavi da sponsor e merchandising relativi a Milan (78,27 milioni), Juventus (60,23 milioni), Inter (36,2 milioni), Roma(21,49 milioni) e Napoli (30 milioni), non arrivano al risultato raggiunto dal solo United. La sommatoria, in termini di ricavi commerciali, dei primi 5 club della Serie A si ferma infatti a 226,19 milioni, di poco superiore a quanto fatturato dal solo Bayern di Monaco, che ha chiuso la stagione 2013/14 con ricavi da attività commerciali pari a 222,9 milioni e un’incidenza del 51% sul fatturato complessivo, pari a 438,8 milioni.
Ma, nel panorama calcistico europeo, il Manchester United e il Bayern Monaco non sono gli unici club a fare meglio delle italiane. Nella classifica provvisoria, in attesa che vengano depositati i bilanci integrali di PSG e Chelsea, stilata da C&F sui ricavi da sponsor e merchandising, il Manchester City si classifica al terzo posto con ricavi da partnership commerciali per 209,2 milioni di euro. Per il City è doveroso sottolineare che il grosso delle sponsorizzazioni arriva da soggetti, come la compagnia area Ethiad, che sono parti correlate della proprietà. Solo Ethiad, che da poco ha il controllo dell’Alitalia, ha fruttato alle casse del City circa 50,4 milioni di euro, in virtù dell’accordo decennale per la sponsorizzazione di maglia da 40 milioni di sterline a stagione. Un accordo che ha contribuito a gonfiare i ricavi del club campione d’Inghilterra che è stato pertanto sanzionato dalla Uefa, come il Paris Saint-Germain, per violazione del Fair Play Finanziario.
Clamorosamente, le due grandi spagnole sono solo al quarto ed al quinto posto. Il Real Madrid, pur essendo il club europeo con maggiori proventi in assoluto, dal punto di vista dei ricavi da sponsor e merchandising ha incassato 174,63 milioni. Il Barcellona, appunto, subito dopo i rivali madrileni, con proventi da attività commerciali per 160,16 milioni. Alle loro spalle il Borussia Dortmund, prossimo rivale della Juventus in Champions, sesto con 129,61 milioni e l’Arsenal, che grazie ad Emirates (38 milioni a stagione compreso i naming rights dello stadio) e all’intesa siglata con Puma all’inizio della stagione 2013/14 (circa 37 milioni l’anno) incassa complessivamente 97,65 milioni.
Il primo tra i club italiani, è il Milan, ottavo. Il club di Berlusconi ha infatti chiuso l’esercizio 2013 con ricavi commerciali pari a 78,27 milioni in virtù degli accordi in essere con Adidas, Emirates e Infront Italy. Una cifra, quella riportata nel bilancio dei rossoneri, destinata a salire negli anni a venire per via del rinnovo per 5 anni dell’accordo di sponsorizzazione con la compagnia aerea di Dubai, appena siglato per complessivi 12,5 milioni di euro per 5 stagioni.
La Juventus,l club campione d’Italia, pur vantando il più alto fatturato della Serie A, ha incassato da sponsorizzazioni e attività commerciali solo 60,3 milioni, circa il 22% di quanto fatturato complessivamente nel 2013/14. Rispetto alla stagione precedente, la Juventus ha visto crescere del 15% questa voce di ricavo, ma solo perché la Fiat, sponsor dei bianconeri attraverso il marchio Jeep, ha deciso di girare al club presieduto da Andrea Agnelli un bonus di 6 milioni di euro oltre i 13 milioni garantiti per ciascuna stagione. Qualche piccolo miglioramento sul fronte delle sponsorizzazioni lo si potrà vedere a partire dalla prossima stagione quando entrerà in vigore il nuovo accordo con Adidas, che garantirà 30 milioni a stagione, e il rinnovo dell’accordo con Jeep (17 milioni contro i 13 attuali).
Ancora più staccate figurano l’Inter, la Roma e il Napoli. I nerazzurri hanno chiuso l’esercizio al 30 giugno 2014 con ricavi pari a 160,7 milioni di cui 36,2 milioni legati a sponsorizzazioni e attività commerciali.
Il peso dei ricavi da attività commerciali sul bilancio del Napoli è di soli 30 milioni di euro su un fatturato che nel 2013/14 è stato di 165,5 milioni, mentre la Roma ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2014 con ricavi da sponsor e merchandising pari a 21,5 milioni, addirittura in calo del 16% rispetto all’esercizio precedente.
Se i vertici del nostro calcio non si muoveranno per garantire leggi e politiche volte ad un miglioramento del prodotto, nel giro di pochissimo ci trasformeremo in satelliti delle principali potenze europee: altro che competere, dovremmo pensare a sopravvivere.
Fonte Calcio&Finanza