Nella giornata di oggi, la Figc, ha presentato la quinta edizione di ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano, pubblicato in collaborazione con Arel (Agenzia di ricerche e legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers).
I dati, che emergono dal report 2015, confermano il calcio come un movimento sportivo di assoluto rilievo, incidendo da solo per oltre il 25% sul numero complessivo di atleti tesserati per le 45 federazioni sportive affiliate al Coni, per circa il 23% sul totale delle società e per oltre il 30% sul numero degli ufficiali di gara.
Al termine della stagione 2013/14 la Serie A ha il primato per età media dei calciatori rispetto ai 54 campionati di massima divisione in tutta Europa. I giocatori che militano nel nostro paese hanno un’età media di 27,3 anni, primi davanti a quelli della Bundesliga, con un’età media di 25,6 anni. La Serie A è sul podio anche per percentuale di calciatori stranieri, terza col 54,1%, dietro a Cipro ed all’Inghilterra, ma, soprattutto, all’ultimo posto per la quota di calciatori provenienti dalle giovanili dei propri club di appartenenza. Solo l’8,4% dei calciatori della Serie A, infatti, proviene dal settore giovanile della sua squadra di appartenenza.
Dal punto di vista economico-finanziario, il calcio professionistico in Italia ha raggiunto un valore della produzione aggregato di 2,7 miliardi di euro, in aumento, sebbene sensibile, dell’1,2% rispetto all’ultimo rilevamento. Il tutto, sebbene in presenza di una perdita di 317 milioni di euro, in leggero aumento rispetto ai 311 milioni del 2012/13, ed ad una situazione critica in ambito finanziario e patrimoniale. I debiti aggregati del sistema professionistico sono di 3,7 miliardi di euro, quando solo nel 2009/10 non arrivavano nemmeno a tre miliardi, mentre il patrimonio netto risulta appena di 273 milioni di euro, in continuo calo dai 406,4 milioni del 2009/10. Tra attività professionistica, dilettantistica e relativo indotto, il movimento economico del calcio italiano ha generato, nel 2013/14, un volume d’affari di circa 13 miliardi di euro, dato in crescita del 53% negli ultimi dieci anni, che pone il calcio tra le prime dieci industrie italiane.
Ma le squadre continuano a fallire, le società continuano ad indebitarsi e sono ancora troppo legate agli introiti televisivi, che, ormai da soli in molti casi, non riescono più a coprire i costi, soprattutto quelli dei calciatori, che, sebbene in sensibile calo, sono ancora la zavorra del mondo del calcio.
Report Calcio 2015
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