A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Edy Reja, commissario tecnico della nazionale albanese, ex Napoli.
“Genoa-Napoli? La ricordo bene. Sono passati 13 anni ma tali ricordi sono sempre presenti, impossibile cancellarli. Probabilmente è stato il momento più emozionante della mia carriera. Addirittura non riuscivamo a uscire dall’aeroporto per quanta gente ci attendeva. Non potrò mai dimenticare, arrivammo a Piazza del Plebiscito dopo 2 ore! Aspettavamo anche i risultati di Mantova e Piacenza, non c’era niente di sicuro fino all’ultimo, poi fu una grande festa. Prima della gara i tifosi delle due squadre andavano a braccetto allo stadio, mai vista una cosa così. Poi il risultato finale è stato straordinario.
Il potenziale della società e il pubblico meritano queste soddisfazioni. Non è mai stato sbagliato un anno da allora. Manca la ciliegina dello Scudetto o qualche finale europea però non ci si può lamentare, non si è mai sbagliato un anno da allora. Partendo dalla C nel giro di pochi anni arrivammo in Europa. C’è stata una crescita straordinaria, merito della società, dei tecnici e del gruppo. Con l’affetto del tifo era facile: in Serie C facemmo 65.000 spettatori, i tifosi ti fanno correre anche se non vuoi.
Rapporto con il Napoli e gli ex giocatori? Anche con il Pocho ci siamo sentiti quest’estate, Hamsik poi era proprio il mio figlioccio, arrivò che era un ragazzino, ho ricordi bellissimi. In quegli anni lì abbiamo fatto bene, se non fai risultati qualche dispiacere resta ma noi in 4-5 anni abbiamo sempre vinto dalla C alla A. Pertanto è rimasto affetto anche con Sosa, per esempio, che giocava poco ma determinava le partite nel finale. Prima mi odiava però poi, quando ci siamo ritrovati, disse che avevo ragione io. Per un tecnico non è facile fare scelte, diventando allenatore lo ha capito pure lui.
Ripresa del calcio? Diventa difficile perché è la prima volta che accade una cosa del genere, è una cosa anomala. I giocatori hanno fatto una preparazione decisamente diversa, senza nemmeno poter giocare amichevoli. Tutto è un grosso punto di domanda. Il Napoli non era partito benissimo e nel momento della ripresa è arrivato lo stop. Ora non saprei neanche esprimermi. La gestione sta nell’occhio del tecnico, nel guardare in che condizioni sono i giocatori e chi è più in forma. Giocando ogni tre giorni chiaramente la fatica si fa sentire, i cinque cambi saranno importanti. Poi c’è il problema degli infortuni e quindi avrà modo di giocare anche chi ha avuto poco spazio. Risulteranno determinanti i giocatori che non partivano titolari e che magari prima giocavano solo spezzoni. Se hai una rosa adeguata ovviamente sei avvantaggiato e il Napoli ce l’ha.
Hysaj? Non ne ho parlato con Gattuso, con il ragazzo ho un rapporto diretto perché è il nostro capitano, responsabile di tutti i ragazzi della nazionale. I giocatori li sento individualmente, stanno lavorando ma non sanno in che condizioni arriveranno alle gare. Dovremo aspettare e vedere. Ho parlato anche con giocatori dei campionati esteri, stanno riprendendo, ora devo aspettare di capire in che condizioni sono. Non vedo l’ora che cominci il campionato. Quando si giocherà con le Nazionali? A settembre dovremmo, si riunirà l’UEFA e si deciderà. Ora aspettiamo e proviamo a essere fiduciosi. Il calendario teoricamente è già lì.
De Laurentiis? Ci sentiamo ogni tanto, lui sa che può contare sempre su di me. Ci siamo sentiti in occasione del suo compleanno. Io resto sempre a disposizione se c’è da dare una mano. All’inizio, quando eravamo in Serie C, non capiva ancora i meccanismi del calcio, poi dopo li ha compresi benissimo.
Tornare a Napoli? Lui mi ha sempre proposto di rientrare per il settore giovanile ma bisogna creare delle strutture, fare i campi da calcio, i ragazzi vanno seguiti, bisogna essere organizzati per fare una cosa di livello, non è che si allenano e poi tornano a casa. Napoli poi potrebbe avere un bacino importantissimo di giovani, che va dalla Sicilia fino a Roma. Poi però è saltato tutto perché non abbiamo concretizzato il progetto.
Scudetto? Tifo per la Lazio ma non solo perché son stato 4 anni lì ma perché sta giocando un calcio straordinario, meriterebbe. Però secondo me la Juventus è più abituata a questo tipo di competizioni, la Lazio forse si trova per la prima volta a lottare per questo traguardo negli ultimi anni. Lazio e Atalanta sono le squadre che mi han dato grandissime soddisfazioni, i bergamaschi ormai sono proiettati in Champions, spero possano andare avanti il più possibile. Sono altre due squadre a cui sono molto legato, ma sono soprattutto due squadre rivelazione che hanno avuto un rendimento esaltante in questo campionato”.