Ieri allo Stadio San Paolo, si sono incrociati Edy Reja e Maurizio Sarri. Passato, presente e futuro del Napoli Calcio.
Agli antipodi ma non troppo per il loro modo di interpretare il gioco del calcio, ieri nel post-gara di Napoli-Atalanta con gli abbracci dei due mister si è materializzato forse in carne ed ossa l’intero decennio dell’era De-Laurentiis. In quei sorrisi e quelle pacche sulle spalle da vecchi amici, c’erano idealmente le speranze, le gioie e le emozioni di 5 milioni di tifosi del mondo e forse anche le coppe vinte in azzurro da Mazzarri e Benitez.
Escludendo Ventura e Donadoni, che hanno avuto poco tempo per mostrare in azzurro i frutti del loro lavoro, non c’è dubbio che siano 4 gli allenatori che hanno portato il Napoli ad una dimensione consolidata prima in Italia e poi in Europa: Reja, Mazzarri, Benitez e Sarri. Oggi il Napoli è frutto di questi mister, ovviamente con percentuali diverse l’un dall’altro.
Edy Reja, partendo dagli inferi della Serie C, ha riportato il Napoli in Europa e soprattutto ha forgiato l’attuale capitano: Marek Hamsik è diventato “Marekiaro” prima di tutto grazie a lui. Lo slovacco era solo un talento di belle speranze di 19 anni quando arrivò in azzurro, nulla più. Il tecnico friulano, col bastone e la carota, lo lanciò subito nella mischia e gli diede le chiavi del centrocampo, con la libertà di esprimersi con quegli inserimenti in area che sono ormai un marchio di fabbrica riconosciuto nel mondo.
Un lavoro rifinito da Walter Mazzarri che ha cesellato il carattere dello slovacco, disciplinandolo ancor più tatticamente, ed ha portato il Napoli stabilmente nei piani alti della classifica e in Europa. Il tecnico toscano ha fatto assaggiare ai tifosi la lotta-scudetto prima e le notti della Champions poi, con l’aggiunta della conquista di un trofeo da mettere nella scarna bacheca azzurra, impolverata in quel momento da 22 anni di nulla.
Il lavoro dei due precedenti colleghi lo ha poi elevato ulteriormente Rafa Benitez, pluri-premiato tecnico di fama internazionale. La dimensione azzurra si è allargata quando la presenza dello spagnolo ha permesso l’arrivo di campioni quali Higuain, Reina, Albiol e Callejon. Gente che aveva vinto Mondiali e Champions, top-player inarrivabili fino a pochi anni prima. Il pubblico ha iniziato ad osservare – oltre i risultati – trame di gioco belle da vedere, ad esultare per i tantissimi gol e soprattutto per i due trofei alzati nel 2014.
Infine Maurizio Sarri, un ritorno alle origini se immaginiamo lo “spessore mediatico” dei precedenti 2 colleghi. La sua praticità unita alla bellezza delle trame di gioco ha portato il Napoli, dopo tantissimi anni, al primo posto al giro di boa e per molte settimane. L’ex tecnico dell’Empoli ha creato il suo Napoli sulle basi di tutto questo, shakerando il tutto con le sue idee ed alcuni innesti nella rosa. Sarri è il presente costruito sul passato, sperando in un futuro meraviglioso.
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