Per quante cose sono accadute sembrano trascorsi mesi e non pochi giorni.
Mercoledì scorso l’inopinata e inaspettata sconfitta contro il Cagliari, domenica la vittoria con Brescia riuscendo a battere anche la paura, infine il pareggio contro il Genk e su tutto l’ombra dell’esclusione di Insigne, i gol falliti in Belgio, la prova scialba di Lozano, l’emergenza in difesa per infortuni e squalifiche.
Tanta roba.
Il Napoli non vive un momento brillante in alcuni giocatori fondamentali che condizionano in parte i risultati ma soprattutto la sensazione che resta della gara. Riguardando le partite però la percezione parzialmente cambia. Nel complesso gli azzurri producono un consistente numero di occasioni e controllano gli avversari pur lasciandogli spazi. La faccenda Insigne, come sia andata lo sanno solo i protagonisti, e la soluzione devono trovarla loro.
Resta il messaggio, inequivocabile, lanciato non solo al singolo ma anche al gruppo. Giusto così, un allenatore fa scelte e si assume responsabilità ma soprattutto cerca di non fare danni. Ancelotti lo ha detto chiaramente: “I bravi allenatori sono quelli che non fanno danni”. Quindi ogni sua scelta ha un obiettivo costruttivo e non distruttivo, al di là poi del fatto di riuscire o meno nello scopo.
A Genk la squadra, però, non ha svoltato. Milik ha avuto molte occasioni da gol le ha sbagliate ma era dove doveva essere, dovrà giocare per trovare la condizione migliore, fisica e mentale, non dimentichiamo che arriva da un lungo stop. Lozano ha bisogno di tempo per capire i movimenti dei compagni e le richieste del mister.
Ora c’è il Torino, la squadra dovrà arrivare concentrata e consapevole dell’importanza della posta in palio. Il calcio è un gioco di squadra che dipende dalle prestazioni dei singoli e a volte è determinato dal caso.
Un vero rompicapo con una soluzione facile: Tutti per uno, uno per tutti.
Questo è il segreto del successo, formuletta facile( a dirsi) meglio ancora mantra da ripetersi.
Fonte foto: SSCN.