Rassegna Stampa

Raul Albiol: “Tutto il mondo unito nella sofferenza, che fa male”

Raul Albiol Napoli

Nell’edizione odierna de Il Corriere dello Sport è possibile leggere una lunga intervista a Raul Albiol, l’ex difensore spagnolo del Napoli.

Raul Albiol parla dell’emergenza Coronavirus che stanno vivendo in Spagna, soffermandosi anche sull’Italia. Di seguito le parti salienti dell’intervista:

Italia e Spagna sono i paesi più colpiti e quelli più in difficoltà. Dobbiamo essere uniti ed andare avanti mano nella mano; tutti noi, tutto il mondo contro questo casino. In tre settimane non sono mai uscito di casa.

Napoli manca anche a me, quando finirà tutto questo torneremo. Un colpo durissimo quello che si sta vivendo, si vive male ed in tristezza lontani dai propri familiari combattendo la paura.

Tutto il mondo è unito nella sofferenza e la sofferenza fa male. L’Italia è due settimane avanti per quanto riguarda l’epidemia, ma ora anche qui in Spagna le terapie intensive sono in difficoltà e mancano le attrezzature.

Non abbiamo la mascherina, ma siamo chiusi in casa. Cosa che non fanno gli infermieri, i medici e tutto il personale sanitario che lotta duramente. Dobbiamo sostenerli ed aiutarli restando a casa, dato che è l’unico modo che abbiamo.

Raul Albiol parla del Napoli e del campionato

Mertens e Callejon sono due grandissimi; il belga ha sempre fatto vedere di essere un top, un crack, anche con Benitez dove entrava e ti cambiava la partita. Loro due devono fare una scelta di vita per quanto riguarda il futuro.

Ora la priorità è la salute, sarà difficile riprendere il campionato: ci vorranno 4-5 mesi per tornare alla normalità. Quest’anno il campionato era una bella corsa tra Juventus, Inter e Lazio, soprattutto quest’ultima che è stata la vera sorpresa. Ora è normale dire che la Champion’s League è stata sospesa troppo tardi; sarebbe bello mantenere lo stesso spirito di solidarietà e fratellanza dopo questo casino.

Mi manca il calcio e mi manca la mia vita, ma bisogna restare a casa; ho fatto il tampone e sono risultato negativo. Ho sentito del taglio degli stipendi dato che i club perderanno molto, bisogna accordarsi e non immagino problemi: si deve andare avanti insieme mano nella mano.

Mia moglie non mi fa cucinare, ma la aiuto ai fornelli. Dopo la colazione preparo le postazioni studio per i miei quattro figli, poi mi alleno mattina e pomeriggio. Quello che c’è di positivo è che sto trascorrendo tanto tempo con la mia famiglia.

Peccato che il Napoli si è dovuto fermare sul più bello, dato che si era ritrovato. Avevano anche possibilità di superare il turno di Champions League contro il Barcellona; squadra, città e la gente mi è rimasta nel cuore. Dopo tre stagioni mostruose e l’infortunio, ci sta che Koulibaly accusi un po’ di stanchezza fisica e mentale, ma tornerà quello di prima.

Spero si possa tornare presto a com’era prima, ma nel frattempo riflettiamo ed impariamo da questa esperienza. Quando finirà potremmo essere migliori, più uomini.

Per l’intervista completa si rimanda all’edizione odierna de Il Corriere dello Sport.

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