L’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Perché ho scelto Napoli? Una mia scelta precisa. Sollecitato da ciò che mi dicevano Giuntoli e Spalletti: se mi passa la battuta, mi misero in mezzo, ero felicemente frastornato dalle loro parole, coglievo la fiducia. Non potevo sbagliarmi, non mi sono sbagliato.
Trenta milioni per il mio cartellino? Non mi spavento. Conosco ormai le dinamiche del mercato, so che può succedere e con me è capitato e che ci sono anche somme più rilevanti a definire certe operazioni. Fa parte del gioco. E stupirmi non avrebbe senso. Anzi, quasi quasi le dico che sono orgoglioso.
Nasco centravanti ma mi sta bene essere coinvolto, ritrovarmi dentro al campo, quindi mi vedo anche alle spalle
di un attaccante. Ma l’evoluzione del calcio è secca, repentina, io sto qua per imparare e ne ho voglia.
Scudetto? Sarei un bugiardo se fingessi distacco. Ma non è un’ossessione. È l’obiettivo per il quale lavoriamo, ma senza stress. Però ci credo: per conquistarlo servirà l’impegno di questi tre mesi e la capacità di dimostrare che l’abbiamo meritato. Le qualità del Napoli, finora, sono emerse.
Champions? Non ci poniamo limiti ma non abbiamo presunzione. Per questioni così grosse, si vive alla giornata. Siamo arrivati agli ottavi con risultati straordinari.
Messi o Maradona? Potrei cavarmela dicendo che io Diego non l’ho vissuto ma sarebbe una furbata. Chi vive di calcio è obbligato a sapere, a conoscere, ad informarsi. Diego è stato il Genio e comunque se stai a Napoli ti rendi conto di cosa abbia significato Maradona per questa città”.