Eravamo stati abituati a storie di qualsiasi genere. Il calcio regala grandi emozioni a milioni di persone, qualche volta delle curiosità o delle statistiche. D’altronde una maledizione come quella capitata ad Aaron Ramsey difficilmente potrebbe avere precedente più macabro.
Calciatore di nazionalità gallese, ritenuto il secondo più forte dopo Garet Bale. Aaron Ramsey nel 2006 comincia la sua carriera da professionista tra le fila del Cardiff City e viene acquistato dall’Arsenal nel 2008 dove gioca fino al 2010. Ancora molto giovane viene spedito in prestito per un anno al Nottingham Forest e, dopo una breve parentesi che lo vede tornare nel Cardiff, nel 2011 torna alla base nell’Arsenal, dove milita tutt’oggi. I Gunners fanno la sua fortuna e lui stesso quella del club con il quale vince due Coppe d’Inghilterra e due Community Shield, totalizzando fino ad oggi 138 presenze e segnando 21 gol. Proprio intorno alle reti realizzate inizia a nascere la leggenda di una terribile maledizione.
Al minuto 14 della gara Liverpool – Arsenal del 13 gennaio 2016 (ieri, nda) va in gol proprio Aaron Ramsey. Oggi, 14 gennaio 2016, il mondo del cinema piange la scomparsa di Alan Rickman, noto attore famoso per aver interpretato il ruolo di Piton nella saga cinematografica di Harry Potter.
Già, proprio così. Il centrocampista gallese non segna spesso, ma quasi sempre quando succede un personaggio famoso nel mondo muore, a volte anche inaspettatamente. La macabra tradizione è cominciata nel 2011 quando, da poco tornato tra le fila dell’Arsenal, segna il suo primo ed unico gol nella stagione 2010-2011 il 1 maggio 2011 contro il Manchester United. Il giorno dopo venne resa nota la notizia della morte di Osama Bin Laden.
Sempre nel 2011, esattamente il 2 ottobre, il calciatore gallese andò in rete contro il Tottenham ed il 3 ottobre 2011 venne certificato il decesso di Steve Jobs. Sempre in quel mese, il 19 di ottobre del 2011, Ramsey segna un gol anche contro il Marsiglia ed il giorno dopo a ‘farne le spese’ è il dittatore libico Gheddafi. Fin qui si sarebbe potuto pensare ad una coincidenza.
Sfortunatamente nella stagione 2011-2012 il calciatore gallese segnò soltanto tre gol, ed in occasione del 11 febbraio 2012 siglò il terzo gol stagionale contro il Sunderland, ed il giorno dopo fu trovata morta di overdose Whitney Houston. Fu l’ultimo gol di quella stagione per il centrocampista gunners, ma all’epoca nessuno si accorse della strana coincidenza.
La stagione dopo, 2012-13, i gol di Ramsey furono due, ma quello che ricordano in molti venne segnato il 15 maggio 2013. Il suo gol al Wigan in quella occasione ci mise due giorni, perché a farne le spese fu Jorge Videla, dittatore argentino.
La funesta tradizione prosegue il 30 novembre 2013: a seguito di un suo gol dell’ex contro il Cardiff arrivò l’annuncio, dopo poche ore, della morte dell’attore Paul Walker, celebre interprete della serie di film Fast and Furious. Alcuni maligni, forse troppo esagerati, videro il suo zampino anche nella morte di Nelson Mandela il 5 dicembre del 2013, quando pur non segnando fu il migliore in campo nella partita dell’Arsenal del giorno prima.
In Inghilterra si scatena un vero e proprio caso. Già quando il Sun, nel 2011, aveva lanciato la notizia il web aveva cominciato con vignette satiriche sul giocatore e sui suoi gol. Addirittura tra i bookmakers inglesi si iniziava a vociferare di scommesse sugli eventuali futuri decessi ai gol dell’attaccante. Da quel momento in poi però la maledizione sembrava essersi placata: Ramsey segnava ed i personaggi famosi non morivano più.
Le coincide tornarono nel 2014 quando ad un suo gol contro il Manchester City il 10 agosto seguì la morte da suicida dell’attore Robin Williams. Un po’ dopo, sempre in quell’anno, l’8 dicembre moriva il cantante italiano, Giuseppe Mango.
Più recenti, ed attualissimi, gli ultimi due casi avvenuti addirittura nell’arco di una settimana: il 9 gennaio 2016 Ramsey segna in Fa Cup contro il Sunderland, partita che l’Arsenal vince 3-1, ed il giorno dopo muore il cantante David Bowie. Il web si scatena sull’accaduto, per il ritorno del “becchino”. Nemmeno il tempo di chiudere un’altra triste pagina della storia che accade l’impensabile: altro gol ieri, come scrivevo in apertura, ed altra morte celebre.
Potrebbe essere soltanto un caso, oppure il destino. Ognuno è libero di credere ciò che vuole, sempre rispettando il calciatore e la sua famiglia. E’ vero anche che, magari, non si dovrebbe dare adito a certe superstizioni, ma forse le personalità illustri del pianeta non la pensano allo stesso modo.
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