Ecco tutti i nodi da sciogliere prima di poter dare nuovamente il via alla Serie A, dai tamponi all’isolamento. Lo riporta il Corriere dello Sport.
Via libera alla ripartenza della Serie A, ma almeno per ora solo in via teorica. Nella pratica appare oggettivamente complicato riuscire a rispettare tutte le richieste riportate nelle annotazioni inviate dal Comitato tecnico scientifico al ministro della Salute, Roberto Speranza, girate per competenza al ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora. Limiti e paletti che necessiteranno di adeguamenti ad hoc, altrimenti con questo protocollo diventa complicato ipotizzare una reale ripartenza. Ecco nello specifico quali sono le richieste un po’ “problematiche”.
1) La disponibilità di tamponi
Uno di questi punti all’interno del protocollo disposto dal Cts spiega che i club non dovranno pesare sulla collettività per reperire i tamponi e i reagenti per i test molecolari. Un qualcosa attuabile in alcune parti d’Italia, un po’ meno in altre, come ad esempio la Lombardia. In questo momento lì è complicato reperire attrezzature di questo tipo. Di conseguenza Inter, Milan, Atalanta e Brescia non potrebbero ottenerle per vie istituzionali e dovranno provvedere ad acquistarle in laboratori privati fuori regione.
2) Responsabilità dei medici
Altro aspetto all’interno del protocollo che presenta delle controindicazioni è quello che riguarda la responsabilità civile e penale del rispetto della quarantena e delle norme, che sarà a carico dei medici sociali. Si tratta di un provvedimento standard per i dottori ufficiali dei club, ma è chiaro che la pandemia di Covid-19 sia una situazione completamente diversa rispetto alla normalità.
3) Cosa accade con un positivo
Probabilmente il punto principale che necessita di una revisione è quello che riguarda le misure da adottare nel caso in cui si dovesse verificare un caso di positività durante il ritiro chiuso delle squadre. Secondo le attuali disposizioni, infatti, se un calciatore diventasse positivo sarebbe isolato e i suoi compagni dovrebbero fare due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Nel caso in cui nessuno di loro avesse contratto il Covid-19, allora potrebbero continuare gli allenamenti. In caso contrario, invece, il ritiro dell’intero gruppo dovrebbe essere allungato di 14 giorni dal giorno della positività.
4) Isolamento forzato pre-ripresa
Quarto aspetto controverso riguarda il ritiro. Le squadre e i membri degli staff tecnici dovranno rimanere in isolamento per 15 giorni dal momento della ripresa degli allenamenti di gruppo. Sarebbe questa una delle indicazioni rivolta dal Cts al mondo del calcio per la ripresa del campionato. Secondo i tecnici, solo dopo due settimane di isolamento delle squadre, sarà possibile valutare la possibile ripresa delle partite, ovviamente a porte chiuse.