Uno dei fondamentali più importanti del Napoli 2016/17 è la varietà delle soluzioni offensive.
Si dice che gli schemi di gioco nel calcio lascino il tempo che trovano. Sicuramente la cosa più importante è il modo in cui si interpreta un modulo, più del modulo stesso. Il 4-3-3 accompagna il Napoli sin da Napoli-Club Brugge, quarta partita di Maurizio Sarri sulla panchina azzurra. Da lì cinquanta partite con lo stesso schema, ma guai a parlare di integralismo tattico. Dalle 43 partite dell’anno scorso con un terminale offensivo come Higuain, esaltato dai movimenti della squadra tanto da egemonizzare il computo delle marcature del Napoli, alle sette di quest’anno con una differenza fondamentale.
Quest’estate, caratterizzata dalla partenza del calciatore da cui si diceva dipendesse il Napoli, ha dato a Sarri l’incombenza – oppure, valutando la qualità di quello che si sta vedendo in campo, l’occasione – di trovare ulteriori soluzioni offensive. La macchina azzurra gira a meraviglia. Stasera contro il Chievo Verona, Sarri ha alternato l’utilizzo dei classici triangoli resi famosi per la loro numerosità da Guardiola al Bayern, a lanci lunghi dalla difesa verso l’esterno a tagliare fuori cinque avversari. Inoltre la nuova collocazione degli esterni d’attacco sta valorizzando al meglio Callejon e Mertens, più vicini alla porta.
Al di là del gol Gabbiadini sta trovando con più facilità la porta, a testimonianza di una crescita nei movimenti più che nella tecnica, che non gli è mai mancata. Jorginho è la mente e le braccia di Sarri in campo e gran parte dei passaggi sono dettati da lui, rinato sotto la gestione del tecnico nativo di Bagnoli. Con la possibilità concreta di schierare Rog, Diawara e Giaccherini – oltre a Tonelli e Maksimovic in difesa – Sarri potrà trovare nel prossimo futuro ulteriori soluzioni ad ogni possibile problema tattico posto dall’avversario di turno. In Serie A e in Champions League è un Napoli dalle mille sfumature, i tifosi sperano che presto vadano a formare uno splendido arcobaleno vincente.