Quasi 42 milioni di patrimonio tecnico sparso in giro tra Italia ed Europa, ma il dato non inganni: a differenza degli altri club di vertice del campionato, il Napoli non ha una vera e propria politica di valorizzazione legata a prestiti e comproprietà. Lorenzo Insigne, smistato a Cavese, Foggia e Pescara dopo averne intuito le qualità e poi riportato alla casa madre, ha rappresentato una felice eccezione in questi ultimi anni. Scorrendo la lista dei giocatori di proprietà del Napoli attualmente non in organico, sostanzialmente si possono distinguere due categorie di ‘casi’: gli ex giovani della Primavera per i quali non si sono aperte (e non si apriranno) le porte della prima squadra e gli esuberi che non hanno avuto mercato ‘a titolo definitivo’.
Unica eccezione, forse, quell’Omar El Kaddouri che tanto bene sta facendo con la maglia del Torino e potrebbe rappresentare, anche come profilo tecnico, una pedina utile nello scacchiere di Benitez, magari come vice-Hamsik al posto di un Pandev troppo altalenante nelle sue prestazioni. Si vedrà.
Spicca su tutti il nome di Edu Vargas, il più quotato della truppa, ma anche in questo caso occhio a non illudersi: nella sua breve parentesi a Napoli il cileno ha mostrato lacune caratteriali prima che tecnico-tattiche e difficilmente gli sarà concessa una seconda occasione, nonostante sia grande la curiosità di vederlo nel 4-2-3-1 di Benitez. Piuttosto meglio incrociare le dita. Il suo impatto al Valencia è stato positivo e un eventuale boom in un campionato di primo piano come la Liga potrebbe regalare al Napoli la possibilità di rientrare alla grande dall’investimento di 12 milioni affrontato per il cileno ad inizio 2012. Soprattutto se Vargas dovesse mettersi in mostra al Mondiale, vetrina che agli azzurri potrebbe tornare estremamente utile anche in relazione ad Armero e Gargano.
È folto il gruppo di chi non indosserà più la maglia del Napoli: da Donadel a Cigarini, da Calaiò a Gamberini, fino a Rosati e Paolo Cannavaro. Senza dimenticare gli ex Primavera che stanno cercando di ritagliarsi un proprio spazio nel calcio professionistico tra Serie B e Lega Pro con fortune alterne.
Complicato, anche in considerazione del momento economico non particolarmente florido, riuscire ad ottenere un gruzzolo consistente da eventuali cessioni a titolo definitivo, ma si sa: di questi tempi saper vendere bene, a volte, è quasi più importante di come ci si muove in entrata.
Fonte: Sergio Chesi – Goal.com