L’allenatore Cesare Prandelli ha rilasciato una lunga intervista nell’edizione odierna de ‘Il Mattino’.
Prandelli, è una dittatura di cui non si ha memoria nel nostro campionato?
«È un capolavoro che dovrebbe essere portato ad esempio di dirigenti e presidenti. Dovrebbero dire: imparate da Spalletti, De Laurentiis e Giuntoli come si costruiscono le squadre per vincere. Badando ai ruoli da ricoprire e non ai nomi, badando alla sostanza del progetto e non a prendere applausi semplici».
È un grande riscatto per la generazione degli over 60, non trova?
«Certo, la mia generazione. Quella che non si innamora dei sistemi di gioco ma pensa a come valorizzare i propri uomini. Luciano è stato magico ed è riuscito a imporre il concetto di squadra in una società in cui l’io, rispetto al noi, è sovrastante. Io non riesco a cambiare canale se c’è il Napoli in tv, per me è meglio di una gara del Manchester City o del Barcellona. Questa squadra è un orgoglio del nostro calcio».
E in Europa può fare lo stesso?
«Ma a me sembra che proprio contro Liverpool, Ajax e Rangers siano andati in scena gli spettacoli più entusiasmanti. In Italia, in qualche momento, piccole contromisure pure si riescono a prendere. Ma in Champions è raro vedere una superiorità organizzativa come quella del Napoli. Non ci sono limiti per questa squadra e non deve porsi limiti questo Napoli anche perché c’è qualcuno, secondo voi, che ha capito come si affronta e si limita questa squadra fantastica?».
Il principale merito di Spalletti?
«Io leggevo i dubbi per la rivoluzione di questa estate, le criticità che venivano sottolineate. E invece quattro giocatori al posto giusto, senza grandi nomi, hanno completato l’opera: perché questa stagione arriva dal passato, non è che tutta d’incanto è nata questa super-squadra. Un tassello dopo l’altro»
Ha sentito dei cori contro Maradona e Napoli a La Spezia?
«È vergognoso. Ma smettiamola anche di dargli risalto, quasi di fare pubblicità ai loro gesti. Non lo so come ne usciamo, dovremmo tornare a insegnare l’educazione e la cultura ai bambini delle scuole calcio, per esempio. Ma se poi vedono a 7 anni i loro genitori insultarsi e mettersi le mani addosso sugli spalti, che possibilità abbiamo che diventino tifosi perbene?».
Le stelle sono Kvara e Osimhen?
«Spalletti e De Laurentiis hanno trovato i giocatori nel posto giusto: Kvara è straordinario per intensità, qualità nell’uno come uno ma sempre finalizzato alla giocata verticale. Osimhen è spietato e possente. Ma colpisce l’armonia della squadra: il portiere ha il pallone e nessuno volta le spalle perché tutti vogliono prendere parte alla costruzione del gioco. Chi ama il calcio, deve ammirare il Napoli di Spalletti».