Sono riemerse a qualche anno di distanza le parole pronunciate dal pm dell’inchiesta Prisma Ciro Santoriello contro la Juventus.
“Io, lo ammetto, seguo e sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus. Come pubblico ministero sono antijuventino, contro i ladrocini in campo». A pronunciarle è, il pm Santoriello, quello che ha portato a riaprire il processo sulle plusvalenze e alla conseguente penalizzazione in classifica dei bianconeri.
“Ho visto, ascoltato e segnalato, nel rispetto dei ruoli, per le opportune verifiche e valutazioni. Per ora penso sia corretto che mi fermi qui”, è stato il commento del ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha risposto su Twitter a chi gli chiedeva una posizione sul video.
Le dichiarazioni risalgono al 2019. Santoriello le pronunciò pubblicamente, a margine di un convegno dal titolo “Il modello organizzativo e le società calcistiche. La prevenzione degli illeciti tra giustizia penale e sportiva”. In un primo video, in risposta a un relatore che dice: «Rimaniamo distanti sul fatto che lei sia Pm e io avvocato, e che lei tifa Napoli e io tifo Inter», Santoriello ribatte: «Basta che non sia la Juventus».
In un secondo video, Santoriello poi afferma: «Come presidente di una società di calcio non sono bravo se faccio gli utili ma anche se vinco gli scudetti. A volte però c’è un rapporto di incompatibilità tra le due cose. Lo ammetto, sono tifosissimo del Napoli e odio la Juve. Come tifoso è importante il Napoli, come Pm sono antijuventino, contro i latrocini in campo, eppure mi è toccato scrivere archiviazioni».
Secondo quanto riportato dall’ANSA, le frasi sono state pronunciate mentre parlava di un’inchiesta sulla Juventus di cui aveva appena chiesto l’archiviazione. Nel video completo, secondo quanto apprende l’ANSA, Santoriello stava esponendo le ragioni per le quali aveva scagionato la dirigenza della Juve al termine di quell’indagine.
Un procedimento in cui era coinvolto anche Andrea Agnelli, tra i cinque indagati nel procedimento di cui il pm Ciro Santoriello chiese l’archiviazione. Il caso riguardava una presunta irregolarità nei bilanci della Juventus per gli anni 2015 e 2016 e, in particolare, la mancata iscrizione nel fondo “oneri e rischi” di una somma per far fronte, in futuro, ad eventuali risarcimenti danni conseguenti ad azioni civili in relazione al caso Calciopoli. Non trovando irregolarità, il magistrato aveva proposto l’archiviazione.