Una sconfitta non meritata. Decretata semplicemente dal più che dubbio rigore fischiato da Orsato. Il Napoli all’Olimpico ha il controllo delle operazioni con il 55,7 per cento di possesso palla, ma non basta. Spesso non conta per quanto tempo tieni il pallone, ma come lo tieni. E’ vero che il Napoli crea, ha occasioni limpide (clamorose quelle di Pandev e Insigne), però non riesce a sfruttarle, e qui sta quel pizzico di casualità di cui la Roma si avvantaggia. La forza della coppia centrale Castan-Benatia è davvero impressionante: da quella cerniera non passa uno spillo. Superare il muro, con l’aggiunta di De Rossi, è davvero difficile. Il baricentro medio della Roma è molto basso (51 metri), ciò significa che la squadra di Garcia ha la capacità e la pazienza di aspettare e di ripartire con i guizzi delle ali e con i ricami dei centrocampisti. E’ Pjanic a guadagnarsi la copertina, ma non soltanto per la doppietta. Il bosniaco è il romanista che tocca più palloni: 79. Segno chiaro che i compagni – e Garcia- lo individuano come un punto di riferimento e si affidano a lui per inventare la manovra, soprattutto dopo l’uscita di capitan Totti. Alla fine i passaggi effettuai da Pjanic sono 59 (52 giusti, 7 sbagliati), 2 i lanci positivi, 2 i cross, 5 le sponde e 6 le occasioni create. Quantità e qualità nella prestazione del centrocampista che, con la punizione telecomandata e con il rigore ammazza-Napoli, dimostra un’invidiabile freddezza non comune.
Nel Napoli si sente l’assenza di Higuain. La squadra di Benitez non ha profondità, riesce a rendersi pericolosa con lanci che aprono il fronte d’attacco, ma non trova il guizzo giusto. Solo i movimenti di Insigne mandano in tilt la difesa avversaria. Insigne corre su e giù sulla fascia sinistra, recupera palloni (4), contrasta le volate di Maicon (non uno qualsiasi), crea giocate e occasioni (4), ed entra spesso nel vivo della manovra: sono 64 i palloni toccati. Gli manca la freddezza la momento della conclusione: 2 i tiri di Lorenzo, uno in porta e uno fuori. Certo, sul palo colpito c’è anche molta sfortuna, questo va detto.
Fonte: La Gazzetta dello Sport