La vittoria sull’Inter ha rilanciato gli azzurri a detta di molti, ma siamo proprio sicuri?
Come tradizione partenopea, a maggior ragione nel calcio, dopo la gara di venerdì sera con l’Inter gli umori si sono rialzati in modo esponenziale e diametralmente opposto a quelli che si percepivano appena poche ore prima del match. È bastato battere l’indefinibile e attualmente mediocre banda nerazzurra di Pioli, per far rilanciare parole e frasi del tipo “Scudetto“, “Tattica modello Barcellona“, “Siamo fortissimi” ed altre castronerie che i social poi servono su un piatto d’argento.
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Aldilà della bella prova degli azzurri, il Napoli non credo sia affatto fuori dalla crisi in cui si è cacciato negli ultimi 2 mesi, non credo si possa uscire da 66 giorni di “oscurità” nè in 90 minuti e nè con questo tipo di gara. La vittoria sull’Inter è arrivata con episodi che statistiche alla mano difficilmente ricapiteranno, un 2-0 dopo 5 minuti in casa propria e che ha inevitabilmente messo la partita in una ampissima discesa. Un 2-0, dopo due tiri in porta, ad una squadra che già mentalmente di suo ne aveva tanti di problemi, e che non è riuscita più a trovare il bandolo della matassa aldilà della bravura partenopea. Ricordo che l’Inter ha sì battuto la capolista Juventus ma ne ha anche presi 5 in 120′ dal modesto Be’er Sheva.
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Gli azzurri nei 2 mesi “oscuri” hanno mostrato un grande problema, un problema che potrebbe ripresentarsi (speriamo di no) in un determinato tipo di partita. Ottobre e novembre hanno messo in luce una difficoltà estrema degli azzurri, quella di soffrire e perdere concentrazione nelle cose più banali quando non si riesce a sbloccare una partita, a chiuderla o a recuperarla dopo essere passati in svantaggio. E ciò è avvenuto con qualsiasi tipo di avversario, che si chiamasse Roma o Sassuolo, Besiktas o Dinamo Kiev. Non ci sarà sempre un rassicurante vantaggio nei primi minuti, non ci sarà sempre un Reina a salvare alla grande o un avversario senza nè capo, nè coda.
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Piano con gli entusiasmi, è davvero ancora troppo presto. Si rischia di fare lo stesso errore post Napoli-Benfica, quando nel godere di quella vittoria si esaltò la squadra fino all’inverosimile, dimenticando le parate di Reina nell’assedio lusitano dei primi minuti, le dormite sul finale e che soprattutto ben 3 dei 4 gol erano arrivati soltanto su calci da fermo in 8 minuti di black-out avversario.
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Al netto dell’infortunio di Arek Milik, oramai diventato Arek “Alibi” per molti, non è giustificabile che gli azzurri abbiano dopo 15 giornate gli stessi punti di un’Atalanta e già 8 lunghezze dalla capolista, con almeno 5 squadre davanti. La sfida al Benfica sarà una grande crocevia stagionale, arrivare negli ottavi di Champions League vincendo il girone, quello sì che sarà un passo quasi definitivo per svoltare. Speriamo che a Lisbona martedì gli azzurri accendano definitivamente la “Luz”.
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