Mentalità, umiltà e fame. Fernando Llorente fa il Tre per uno ma niente sconti, queste sono le basi sulle quali costruire una nuova avventura professionale.
Entusiasta come un ragazzino, emozionato dall’accoglienza ricevuta a Napoli, con la voglia di alzare un trofeo – magari la Champions – e desideroso di imparare da un grande allenatore come Carlo Ancelotti. Lo spagnolo che ha girato mezza Europa ha la fame di un esordiente e l’umiltà di un ragazzino saggio.
Tanta roba alla sua età ma, soprattutto, ha la consapevolezza che per vincere serve mentalità. Non mollare mai e crederci sempre sembrano frasi fatte ma anche nel calcio fanno la differenza.
“Difficile battere la Juventus ma si può fare, il Napoli ha qualità” Poi la confessione: “È stata dura aspettare tre mesi dalla finale di Champions ma volevo il Napoli e ho corso il rischio”. Bravo di testa, bravo di piede esperto e con la mentalità giusta, Llorente si prende la scena in attesa di prendersi il campo, prima di salutare tutti con il colpo di coda del campione scafato: “Noi non dobbiamo subire la pressione, quella è tutta sulla Juventus.”
Ça va sans dire, il calcio è anche una questione di testa, anzi di cervello.