Notizie

Petrachi: “Torino squadra difficile, Giuntoli rappresenta il direttore sportivo che dovrebbe esistere in qualsiasi squadra”

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Gianluca Petrachi, direttore sportivo.

“Fare il dirigente è molto impegnativo. Il Torino ha fatto un grandissimo percorso, quando sono arrivato io era in Serie B, poi si è riusciti a fare quadrare i conti. Sotto la mia gestione è stato in Europa League e ha sfornato molti giocatori che sono stati poi importanti per le casse del Torino. Diciamo che è una squadra molto difficile da affrontare perché Juric ha un modo di preparare le gare diverso da quello tipicamente italiano. Il Torino è una squadra difficile da affrontare, la vera svolta è arrivata prendendo questo allenatore che è uno dei migliori in Italia.

Giuntoli? Io credo che sia complicato per chiunque lavorare al Napoli. Penso che lui rappresenti il direttore sportivo che dovrebbe esistere in qualsiasi squadra di calcio perché ha fatto la gavetta e si prende delle responsabilità. C’è un meccanismo sbagliato nell’Italia calcistica perchè il dirigente è una figura che sta quasi scomparendo.

Inter e Juventus? Penso che il calcio debba essere sostenibile, non è giusto che non ci sia un equilibrio tra quello che si fattura e quello che si può spendere. Un calcio così farebbe molto più piacere alla gente. Bremer? A mio avviso deve acquisire quelli che sono i meccanismi di una difesa a quattro. È abituato a giocare tantissimo sull’anticipo, deve lavorarci e penso che la Juventus abbia fatto un ottimo acquisto, anche se la loro maglia pesa molto. In Italia si ha poco tempo, anche se ci vuole pazienza per giudicare. La Roma ha un’intelaiatura che è quella di quando c’ero io. Ci sono giocatori come Cristante, Pellegrini e Zaniolo. Oggi la Roma si basa su una squadra di cui 8/11 c’erano già quando c’ero io, è una soddisfazione. Mourinho sta portando una mentalità diversa, poi dove arriverà non lo so. Kvaratskhelia e Kim? Ci vuole coraggio e bisogna essere competenti per fare certe operazioni. Kvaratskhelia lo conosco e avevo scritto sui miei appunti che fosse un giocatore da prendere. Penso che Giuntoli abbia avuto coraggio a prendere Kim, lo conoscevo anche io, ma lo trovavo un filino macchinoso. Mi sta sorprendendo. Il rischio Kim non lo avrei preso, quello di Kvaratskhelia sì. Il Napoli ha un allenatore che i giocatori li migliora e li fa crescere. Non fa nulla per caso ed è molto preparato dal punto di vista tattico. L’Italia ha paura di rischiare e mettere dentro i giovani. Se non cambiamo avremo sempre meno giovani italiani. Magari i giocatori della Primavera bravi vengono mandati in Lega Pro?

Io alla Juventus? Io per scelta sono ancora fermo, ho avuto qualche squadra che mi ha cercato. Devo trovare quella situazione che faccia tornare quella passione e quell’entusiasmo. Magari qualche squadra mi farà ritrovare motivazioni ed adrenalina. Il calcio fatto in un certo tipo ultimamente mi sta piacendo meno. Vorrei ricordare che il mio Torino aveva un gruppi storico di italiani, questo perché io credo molto nei giovani della nostra Nazionale.

Se mi manca più Cairo o Pallotta? Non mi manca nessuno dei due sinceramente, sto bene come sto e spero di avere l’opportunità di lavorare con un presidente che mi faccia fare calcio”.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top