È il personaggio del momento: Peppe Iodice. Un artista che trae spunto dalla vita quotidiana per realizzare performance e video intrisi di un’ironia intelligente, irresistibile… tutta napoletana.
Sarà lui il mattatore del capodanno napoletano in piazza del Plebiscito. Uno dei traguardi meritati per una carriera costruita con tanto impegno passo dopo passo. Dal ‘nonno tifoso’ ai video esilaranti con al centro episodi in cui ognuno di noi riconosce se stesso. L’idea di tenere compagnia, via social, alle persone durante il periodo assurdo della pandemia. Che cosa ha significato per te?
“Durante la pandemia ho solo provato a esorcizzare le mie paure incanalando quella sofferenza nei video volendo dare conforto in quei momenti a chi soffriva come stavo soffrendo io. Quindi sembra che quegli stati d’animo abbiano attecchito nel cuore delle persone e questa è una cosa che mi rende felice perché almeno in un momento storico così tosto, così duro, insomma, sono stato d’aiuto. La mia propensione alla comicità, è servita a qualcosa di serio e ha fatto bene alle persone, come per strada mi dicono coloro che incontro”.
Una città che si identifica con la squadra e viceversa. Un amore che quest’anno è tornato impetuoso grazie ai risultati, al bel gioco, all’essere primi in classifica. Lo stadio Maradona di nuovo pieno. Cosa rappresenta il calcio per questa città?
“Il calcio per questa città significa moltissimo. Non può rappresentare tutto perché sarebbe sminuente: una grande metropoli come Napoli è una capitale di cultura e di sicuro non può avere nel calcio l’unico punto di riferimento. Ma indubbiamente il calcio è tanto, è nel DNA di Napoli, è una passione che ci pervade. Insomma, è un modo per poterne parlare dappertutto. Ultimamente si parla moltissimo del Napoli, anche se mancano motivi critici! È un continuo di “Uaaaa, e che stamm cumbinann…. “e se anche qualcuno oggi dice che se lo aspettava… mente sapendo di mentire, nessuno l’aveva previsto. E quindi è ancora più grande il merito di questa squadra”.
Quali sono giocatori che negli ultimi anni ti hanno colpito di più?
Ce ne sono tanti che sono entrati nel mio immaginario, in particolare sono quelli che hanno segnato tanti gol. Quindi è inutile pure nominarli. Ma nel Napoli di oggi che definisco “unico e sconvolgente” vorrei veramente che si mettessero in evidenza anche coloro che sono un pochettino più dietro le quinte, ma che hanno contribuito a portare il Napoli più avanti rispetto a tutte le altre squadre. Mi riferisco, ad esempio ad un giocatore come Giovanni Di Lorenzo. Di un calciatore così non si esalta troppo spesso il gioco, quello che fa, ma è uno che c’è sempre, è molto affidabile. Ed è il capitano ideale per questo Napoli. Quindi tutti quelli come Di Lorenzo, vanno esaltati perché la loro natura li porta un po’ ad essere in secondo piano, coperti dai giudizi dei media…ed è proprio per questo che oggi intendo valorizzarlo io!”