Serie A

Pecchia: “Con Benítez abbiamo fatto il massimo, 9/11 dell’attuale Napoli sono suoi”

L’ex capitano e vice-mister del Napoli, attualmente all’Hellas Verona, ha rilasciato un’intervista a “Il Corriere dello Sport”.
La partita con il Napoli? Un altro incontro difficilissimo contro un avversario con valori superiori ai nostri. Dovremo giocarlo con la stessa voglia e la stessa determinazione mostrate contro la Juventus, nella speranza di non commettere errori e ottenere un risultato diverso. Ho fiducia nella mia squadra e non partiamo battuti. La contestazione nei miei confronti? la vivo come uno stimolo per fare di più. Mi spiace che la situazione sia questa, ma non posso che prenderne atto e andare avanti.

Lotta a due fra Napoli e Juventus? Non ne sono così sicuro, Inter e Roma sono staccate ma hanno tutto per rientrare. Il ritorno nel mio ex stadio San Paolo? C’è molta differenza tra la professione che uno svolge e i rapporti umani. Facendo prima il calciatore e poi l’allenatore ho imparato a essere freddo e distaccato, a tenere separate le cose. Mi farà piacere rivedere persone con le quali ho condiviso anni importanti, ma prima di tutto ora c’è il mio Hellas. E pensare che, dopo la partita d’andata a Verona, uscirono notizie secondo le quali avrei esultato ai gol del Napoli. C’è gente che proprio non mi conosce.

Hamšík è un professionista e un campione che ha incarnato quella che è la figura del calciatore ideale del Napoli. E’ un esempio. Sarri il miglior tecnico in Italia? Bisogna vedere da che punto di vista si guarda ovvero come trofei vinti o come gioco espresso. Di certo è un allenatore dal quale prendo spunto e che ammiro.

Gli attuali 9/11 del Napoli sono dell’epoca mia e di Benítez? Parliamo di Benítez, non di me. Volenti o nolenti nove undicesimi sono tanti e a tratti si arriva anche a dieci (quando Ghoulam era titolare e con Maggio al posto di Hysaj, ndr). A livello di scelte di giocatori e di impianto è rimasto molto, ma di nuovo c’è tutto il lavoro di Sarri.
Per quel che riguarda l’esperienza a Napoli c’è poco da rammaricarsi perché abbiamo fatto il massimo: siamo arrivati a un pelo dalla finale di Europa League e abbiamo vinto due titoli stravolgendo il calcio di Mazzarri. Il Real Madrid invece rimane un grande rammarico perché c’erano le potenzialità per fare quello che fatto Zidane. E’ stata una storia iniziata male e finita peggio.

La vittoria più bella a Napoli? da tecnico la finale di Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus. Da giocatore invece un successo mancato: quello nella finale di Coppa Italia contro il Vicenza (dove segnò anche un gol in rovesciata nella gara di andata. ndr). Che amarezza”.

 

 

 

Per leggere l’intera intervista vi rimandiamo all’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport – STADIO”.

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