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Patrizio Oliva: “Lo scudetto rappresenta anche la vittoria del popolo napoletano contro i cori beceri che ci hanno spesso tributato”

Patrizio Oliva, simbolo dello sport, è stato un numero 1 nella boxe. Da diversi anni si cimenta con passione e successo anche nella musica e nel teatro. 

Oliva, detto ‘Lo Sparviero‘ (dai tempi in cui gareggiava)  è oggi un grande educatore per tanti giovani che desiderano avvicinarsi allo sport e al pugilato ed è anche uno dei protagonisti della canzone «Ma che Napoli», cantata da Patrizio insieme a Maurizio de Giovanni, Gino Rivieccio, Germano Bellavia, Gianni Conte, Monica Sarnelli e Gino Sorbillo, un brano che celebra lo scudetto del Napoli.

Finalmente è arrivato! Il terzo scudetto della storia del Napoli dopo un percorso eccezionale in campionato.  Che emozione hai provato?

“Sicuramente una grande gioia, onestamente, anche perché è arrivato dopo tanto tempo. Abbiamo dovuto aspettare 33 anni. È una bella vittoria, perché veramente il Napoli ci ha tolto un po’ di ‘paccheri dalla faccia’, perché questa è la vittoria dei napoletani contro quelle tifoserie razziste che spesso abbiamo incrociato e che ci ha dedicato i cori beceri. Tipo quello che incitava il Vesuvio a eruttare per farci scomparire. Quindi direi che questa è la vittoria del popolo napoletano contro l’ignoranza di queste tifoserie’.

Grande campione nel pugilato, conosci bene quali sono i sacrifici e l’impegno dell’atleta nello sport per ottenere dei risultati.  Cosa ha fatto la differenza nel Napoli di quest’anno: quel ‘plus’ che ha portato alla vittoria finale?

“La differenza l’ha fatta la crescita di questa società che negli anni ha dimostrato che fare dei progetti a lungo termine porta sempre dei grandi benefici. È stata la vittoria di tutti: dal primo all’ultimo calciatore; dal Presidente a Spalletti che da perfetto condottiero ha guidato la squadra, agli osservatori che hanno portato dei calciatori che davvero hanno fatto la differenza. Kim, Osimhen, Kvaratskhelia: chi li conosceva? Eppure, mi sono anche innervosito con De Laurentiis quando ha venduto i calciatori più titolati. Mi dicevo: “E adesso quando vinciamo più???”.  E invece lui con quei soldi ha acquistato dei talenti, atleti molto validi, grazie proprio alla bravura del suo staff tecnico e dei suoi osservatori. Quindi, veramente un grande plauso va a tutta la società” 

Credi che il Napoli possa avere qualche piccolo rimpianto per avere fallito il passaggio alle semifinali di Champions?

“Non amo la parola ‘fallimento’ perché il fallimento dello sport non esiste, perché il campione per me è colui che ci prova, a prescindere se vince o perde. Nello sport una sconfitta non è il fallimento della vita, idem per la vittoria. Nello sport c’è il vincitore e c’è lo sconfitto. Come diceva Mandela: Io non perdo mai, o vinco o imparo. Ripeto: io invito da sempre a non usare più il termine fallimento nello sport, perché dietro a ogni prestazione c’è sempre tanto duro lavoro e tanta fatica”.

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