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Pablo Armero e l’altalena

Nel calcio, come nella vita, c’è chi sale e c’è chi scende, chi tocca il cielo con un dito e chi sprofonda negli abissi del sottosuolo.

Talvolta, sono le stesse persone a passare da un emisfero all’altro all’interno della stessa esistenza. E’ il caso di Pablo Armero, qualche anno fa pendolino inarrestabile sulla corsia esterna dell’Udinese, oggi, ugualmente inafferrabile, in quanto però “fantasma”.

Acquistato dal Milan la scorsa estate, è finito immediatamente ai margini del progetto tecnico di Filippo Inzaghi. Dall’Udinese al Milan, da una splendente vetrina osservata da tutti, al più nascosto dei pacchi impolverati nello sgabuzzino. Un percorso che sembra senza ritorno. La potremmo definire un interminabile oblio? Per il colombiano ci auguriamo ovviamente di no. Ma una cosa possiamo affermarla con certezza: Il calcio, prima che con i piedi, è uno sport che si gioca con la testa. 

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