L’ex allenatore e calciatore del Napoli, è stato anche sulla panchina di Fiorentina, Inter e Roma. E’ stato un centrocampista del Napoli per 109 volte in campionato segnando 14 gol, dal 1966 al 1971. Nel ruolo di allenatore Ottavio Bianchi ha vinto il primo scudetto della storia del Napoli nel 1987, anno del duplete grazie anche alla vittoria della Coppa Italia. Nel 1989 è stato l’allenatore del primo ( e finora unico) alloro europeo, avendo vinto la Coppa Uefa nella doppia finale contro lo Stoccarda.
Bianchi, soprannominato “Il Martello”, è stato l’allenatore del Napoli dal 1985 al 1989 e nella stagione 1992-93. L’ex allenatore e calciatore del Napoli, ieri è intervenuto a Sportitalia e ha parlato della lotta scudetto, di calciomercato, dei giovani italiani e di Maurizio Sarri:
“Il Napoli è decisamente da scudetto. E’ una squadra ben organizzata che gioca un bellissimo calcio, sembra che abbia il vento favorevolissimo. Ha avuto la fortuna che le altre si siano staccate anche se la Juventus è pericolosissima perchè sta facendo cose eccezionali. Tanto di cappello alla Juventus che ha sempre fame di vittorie. Tra Napoli e Juve sarà un braccio di ferro ma il Napoli è favorito. Ma io sono di parte ed è difficilissimo dare dei giudizi.
Il Napoli sta andando benissimo e trovare giocatori di prima fascia adesso per migliorarla è difficilissimo, direi impossibile. Inserire giovani di prospettiva con un brillante futuro è l’ideale, perchè se ti va bene metti in ordine i bilanci e la squadra per alcuni anni. Io sono dell’idea che bisognerebbe investire nei vivai e sui giovani italiani, anche perchè stiamo perdendo l’identità del calcio italiano. In Argentina un calciatore di talento o di prospettiva a 19 anni gioca nei principali club mentre in Italia si manda a giocare nelle serie minori.
Con Sarri spero di avere in comune la vittoria dello scudetto. La differenza invece sta nel fatto che Sarri ha trovato una squadra che aveva già fatto buone cose in precedenza e lui è stato bravo a trovare l’assetto finale, mentre io trovai una situazione un pò diversa. L’anno precedente erano arrivati grandi giocatori ma la squadra aveva lottato per non retrocedere e bisognava dare un’impostazione nuova.
Come finirebbe Napoli 1987-Napoli 2016? Non lo so. Il calcio di allora, dal punto di vista del gesto tecnico, non ha nulla da invidiare a quello di adesso. Allora si giocava con il libero che portava via agli attaccanti almeno dieci metri.