L’ex calciatore italo-argentino, ora cantante, ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”. Questi alcuni passaggi.
“La Cina mi ha offerto tanti soldi, ma era un business che odiavo. Era tempo di smettere. Nel dicembre 2016 Sampaoli mi chiede di andare al Siviglia, gli serviva una punta. Io gli risposi che c’era il Cosquìn Rock (festival argentino), lui capii. E’ perché ora c’è la musica. Abbiamo fondato i “Barrio Viejo” e vorrei ci ascoltassero per il nostro valore, non per il mio nome. Ho detto addio con la maglia del Boca. Troppo gossip. Non potevo uscire, avevo paura della gente. Non ce la facevo più… Iniziavo a odiare ciò che avevo sempre amato. Il calcio merita rispetto. E al denaro preferisco l’asado e una birra.
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Nazionale? Prandelli mi escluse da Brasile 2014. Ascoltò media e tifosi che non volevano l‘argentino con la 10, portò Cassano. Ma contro Antonio non ho nulla. La mia vita poco professionale? Nella Capitale avrei dovuto gestire meglio certi momenti. Ma io sono così: se qualcosa non va lo dico anche a Papa Francesco. Lamela? Uno scontro subito risolto, ma i media fecero casino. Ragazzo d’oro, lo abbraccerei. All’Inter tirai un cazzotto a Mancini dopo quel famoso Juve-Inter. “Vuoi fare a botte?” e lui: “Ma non dirmelo davanti a tutti”. Per il ruolo che aveva, doveva cacciarmi. Ma non rimpiango l’Inter, perché poi andai al Boca. Nonostante l’accaduto, Roberto è un grande, ha un bel carattere…. Icardi? E’ fortissimo. Contano solo i gol, basta parlare della sua vita privata”.