L’attaccante del Napoli Victor Osimhen ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale su Repubblica oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Mi piacerebbe vincere a Napoli. Per la città sarebbe strepitoso, se succede invento un ballo.
Infortunio? Ho sentito subito che la faccia mi era esplosa. E appena mi sono toccato sulla guancia sinistra non avevo più sensibilità. Ho avuto problemi anche a dormire, se mi giravo sul quel lato, faceva male. Però ho recuperato le forze, trascinato dalla voglia di giocare e di migliorare proprio sui colpi di testa. Non sono tipo da frenare la mia esuberanza, mai fatto calcoli, anzi ho sempre cercato di rimettermi in piedi subito, senza piangermi addosso. Io salto, scarto, scatto. Non ho paura di farmi male, e se perdo mi arrabbio. Sono molto suscettibile su questo, non mi arrendo.
Gattuso-Spalletti? Entrambi mi hanno aiutato e per questo devo ringraziarli.
Koulibaly? In allenamento non mi fa mai segnare. Ho tifato per lui quando è uscita la Nigeria. Ogni volta che si può fare del bene con lui non c’è bisogno di insistere. Al Napoli ho trovato compagni molto solidali. Quando c’è da fare una raccolta fondi o trovare dei soldi per un’iniziativa lui mi dice: dimmi, chiedimi, cosa posso fare? Non è il solo, anche Fabian Ruiz e Mertens sono sempre disponibili.
Insigne? Ne penso bene, è un uomo con famiglia, avrà valutato, ragionato e scelto quello che è meglio per lui. Sono in una situazione diversa, ma non sono di quelli che dicono: mai come lui.
Mi criticano perché sui social eccedo, ma ho 23 anni, cerco leggerezza. Mi accusano di essere permaloso, di non lasciar correre occasioni e commenti, ma io sono felice solo se do il meglio.
I giocatori africani non sono solo storie tristi. Sono stato povero, ma sono andato avanti. Sul razzismo sposo in pieno la linea di Thuram, è un esempio”.