Il calciatore del Napoli, Victor Osimhen, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di France Football.
“Da ragazzino pensavo solo a scappare via dalle difficoltà e dai guai. Ma sono felice di essere nato e cresciuto a Lagos, nelle difficoltà, per inseguire i miei sogni. Sono molto legato alla mia terra, ho lasciato la mia città solo per il calcio e ci torno per mostrare a tutti che si possono coltivare i propri sogni. Ora ci rido, ma non è stato facile, ho ricevuto tanti no, tante porte in faccia. Lo Charleroi mi ha fatto rinascere, dopo la prima stagione in Belgio già mi voleva un club italiano.
Napoli ha cambiato la mia vita – ha continuato. Non avevo mai visto una cosa così. Tutta la città vive per la squadra: quando sono arrivato ho chiesto a Mertens e Koulibaly se fosse vero, mi hanno risposto che non avevo visto ancora niente. I tifosi non mi preoccupano mai, anche quando mi fermano per strada. Vogliono solo darti affetto. Allo stadio sono incredibili e ci aiutano. Qualcuno non credeva in me quando sono arrivato in Italia, ma la società e i compagni sì. E questo è fondamentale. Per esplodere avevo bisogno del posto giusto, Napoli è il mio posto.
Con Spalletti non ho scelta. Faccio gol, ma sono anche il primo difensore. Altrimenti impazzisce. Ma è un genio, se in campo facciamo quello che ci dice lui, possiamo battere ogni avversario. Non potrei essere più felice di quanto lo sia oggi a Napoli. E la città lo merita: è Napoli che mi ha reso quello che sono.
Infortunio al volto? Il club ha gestito tutto in maniera perfetta. Onestamente quando Skriniar mi ha colpito è come se avessi ricevuto un colpo secco alla testa. Dieci minuti dopo i sono alzato, mi hanno controllato per poi portarmi subito in ospedale. Il chirurgo rimane sorpreso, mi disse: ‘Come fai a stare in piedi?’. La prima cosa che dissi ai medici fu: ‘Di cosa si tratta? C’è qualcosa di serio? Quando giocherò di nuovo?’. Penso che in quel momento mi presero davvero per pazzo.
Quando mi hanno spiegato tutto ero distrutto moralmente. Dissi al dottore che non volevo operarmi ma lui spiegò che non vi era altra scelta: bisognava ricostruire il mio viso. Non è stato un intervento semplice, sono passati dalla bocca per raggiungere l’osso. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i medici, hanno fatto un lavoro eccezionale. Sono loro che hanno poi creato la maschera. Il lato della maschera che protegge la parte operata è dura. Se qualcuno la colpisce si fa male. Onestamente non ho più paura.”