Quello che conta è lo spirito, anche nella liturgia laica di una partita di pallone e il Napoli, fino ad ora, sta dimostrando di averne.
Ne è convinto anche Koulibaly che, dopo Leicester-Napoli, riflette sul fatto che due o tre anni fa queste partite si potevano perdere.
Oggi si è sprecata un’occasione per vincerla ma, soprattutto, ancora una volta si recupera da una situazione di svantaggio. Però lo spirito non basta, ci vuole anche la carne e il Napoli ne ha di sostanza.
Una squadra competitiva, in una rosa ampia e abbastanza equilibrata. Chi entra fa la differenza, perché, non pensa a prendere il posto del compagno ma a continuare il suo lavoro.
Spalletti lo ha precisato: “Sono bravi quelli che entrano, hanno la mentalità giusta. Io devo solo metterli in campo”.
Poi ci sono le stelle, quelle che brillano nelle notti più oscure e Osimhen lascia una scia luminosa lunga 2.52 metri.
Si dice che in Inghilterra facciano un altro sport ma è sempre calcio e la performance dipende, molto, da come si pongono gli avversari.
A Leicester, il Napoli si è posto bene sul campo, per quasi tutta la partita e in quasi tutti gli interpreti. I gol inglesi, sono venuti da due errori in fase di impostazione, palle perse e ripartenza avversaria, aggravati dalle letture sbagliate in area di rigore di Di Lorenzo e Malcuit. C’erano anche Zielinski e Lozano non ancora al top della forma e si sono mancati troppi gol ma il gruppo ha compensato e retto molto bene.
Il tour de force continua, tra campionato e coppe senza soluzione di continuità ma continua anche il lavoro di recupero che, in breve tempo, restituirà a Spalletti pedine importanti.
La partita è solo all’inizio.