La sentenza sull’omicidio di Ciro Esposito fa discutere, soprattutto le motivazioni date dai giudici.
Daniele De Santis, autore dell’omicidio, ha avuto una riduzione della condanna da 26 a 16 anni. La Corte d’Appello ha dichiarato che quella di De Santis fu una bravata.
Il Corriere della Sera, edizione romana, riporta le motivazioni della sentenza d’appello. Per i giudici quello di De Santis non fu un agguato ma una «scomposta azione dimostrativa. Non si capisce come lo si possa ritenere l’esca. Questa tesi appare frutto di una suggestione successiva ai fatti e prodotto di una elaborazione collettiva».
Sempre per i giudici, De Santic addirittura era insofferente alla presenza dei napoletani e cercò di ripararsi dietro il cancello, e qui viene colpito con un pugno da Ciro. Dopodiché apre il fuoco con la pistola che già impugnava «perché consapevole dei rischi della sua tragica bravata».
Insomma per i giudici non ci fu nessun agguato e nessun reato di rissa.