Dal ciclismo su pista la 23esima medaglia azzurra.
L’ottava medaglia d’oro per l’Italia arriva dall’omnium, specialità del ciclismo su pista. L’ha vinta il 27enne veronese Elia Viviani che ha preceduto il britannico Cavendish (argento) e il danese Hansen (bronzo e campione olimpico uscente).
Nelle parole del ciclista italiano avvolto nella bandiera tricolore, tutta la gioia e l’emozione per la sofferta vittoria:
“Quello che distingue l’Olimpiade da tutto il resto, è che ti rendi conto di rappresentare qualcosa, che un Paese ti sta guardando e fa il tifo per te anche se tanti sentono il tuo nome per la prima volta. Il ciclismo è un mondo piccolo, ai Mondiali corri per quel mondo, all’Olimpiade corri per te e per tutti. Insieme con tante altre persone che devo ringraziare. Elena Cecchini (anche lei ciclista italiana presente a Rio n.d.r.) però è l’unica che sappia dare serenità a questo cervello un po’ cupo, che perde la calma facilmente. Mi è accaduto tante volte, questa volta no. Nei prossimi due anni mi vedrete molto poco in pista. Volevo l’oro, l’ho ottenuto e questo chiude un capitolo della mia vita. Ma non abbandono la Nazionale, non posso. Ho aiutato Marco Villa a costruire il gruppo. Me ne sento responsabile, in una certa misura”.
L’Italia ora è quinta nel medagliere dietro a Usa, Gran Bretagna, Cina e Russia, con 8 medaglie d’oro, 9 d’argento e 6 di bronzo.