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Odi et amo: gli alti e bassi di ADL con i suoi allenatori

Il presidente del Napoli ha infiammato le ore successive a Real Madrid-Napoli con dichiarazioni inaspettate.

Hanno fatto discutere tutto il mondo del calcio le parole proferite da Aurelio De Laurentiis dopo Real Madrid-Napoli. Un attacco alle scelte di Maurizio Sarri avvenuto sole ventiquattro ore dopo altre dichiarazioni invece d’elogio nei confronti del tecnico azzurro. Questo tipo di rapporto è stato un leit motiv che ha accompagnato quasi tutte le -poche, da monogamo quale sempre si autodefinisce – storie d’amore tra De Laurentiis e gli allenatori scelti per sedere sulla panchina del Napoli. Se si escludono le brevi parentesi di Ventura e Donadoni, con quella di Benitez che merita un discorso a parte, si possono ripercorrere le tappe di un percorso turbolento ma ricco di reciproche soddisfazioni.

È passata alla storia la lite con Edy Reja, avvenuta il 31 gennaio 2008 dopo anni di grandi successi. Se c’è una caratteristica che accomuna tutti gli allenatori di lungo corso avuti da De Laurentiis è la schiettezza. La tempra da allenatore navigato del Friuli di Reja ha spesso cozzato con l’istrionismo del presidente azzurro. Dopo Napoli-Lazio 2-2, si era arrivati quasi a un punto di non ritorno. Come raccontato dall’allora direttore generale Marino, De Laurentiis era intenzionato a licenziare Reja dopo una lite dati toni parecchio accesi. Superfluo ricordare come il rapporto sia poi proseguito ancora per un anno e mezzo, con un ottimo ottavo posto finale in Serie A e la qualificazione all’Intertoto. Ancora oggi De Laurentiis vorrebbe un ritorno di Reja in società con altri ruoli.

Dopo la parentesi poco significativa di Roberto Donadoni, è arrivato Walter Mazzarri a Napoli e anche con lui non sono mancati contrasti. Dopo l’addio al Napoli dell’allenatore toscano, De Laurentiis gli ha dato la colpa del mancato acquisto di Marco Verratti, ma già durante la sua permanenza in azzurro non erano mancate le scintille. Tra gli episodi più importanti in questo senso un discorso riguardo l’utilizzo dei giovani che culminò in uno sfogo di Mazzarri in conferenza stampa: “Far giocare i giovani? Certo, potrei far giocare anche undici giovani ma bisogna vedere gli obiettivi della società e della tifoseria. Con obiettivi diversi se avessi una rosa di 11 giovani li farei giocare tutti anche se non hanno esperienza. Se poi, però, dopo sei sconfitte in un anno stiamo qui a fare un processo dopo il ko con la Juve, il discorso è diverso. E con questo voglio chiudere una polemica assurda: se perdiamo mi si dice che non si fanno giocare i giovani poi li faccio giocare e come accaduto a Verona si perde e mi si dice che ho fatto giocare troppi giovani…”. De Laurentiis provò in ogni caso a far restare Mazzarri a Napoli fino all’estate del 2013, quando lasciò dopo un secondo posto passando all’Inter.

A Napoli arrivò Rafa Benitez, unico a non aver mai avuto grossi contrasti pubblici con De Laurentiis. Lo spagnolo ha preferito lasciare il Napoli senza esporre pubblicamente i propri malesseri. Un atteggiamento che si può condividere o meno, ma che ha portato De Laurentiis a non rilasciare mai dichiarazioni particolarmente polemiche nei confronti di Benitez che si è limitato a discorsi sulle strutture senza mai entrare nel dettaglio di questioni che potessero migliorare concretamente l’andamento di una stagione nefasta come l’ultima passata sulla panchina del Napoli.

Il resto è storia recente. Con Maurizio Sarri è un rapporto odi et amo e probabilmente resterà tale per lungo tempo. Queste due personalità forti giungono allo scontro tante quante sono le volte in cui si trovano in accordo. La speranza dei tifosi del Napoli, visti i risultati, è quella che questo equilibrio non si interrompa. Sicuramente tempistica e contenuti delle ultime dichiarazioni di De Laurentiis possono lasciare perplessi, ma la “frattura” è probabilmente destinata a ricomporsi.

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