Editoriale

Voi non siete Napoletani…e francamente mi dispiace

Da Udine l’ennesima dimostrazione di ignoranza: “Noi non siamo napoletani”. Un coro e una forma mentis che da decenni assilla il calcio italiano.

 

 

“Noi non siamo Napoletani”.

Quante volte l’abbiamo ascoltato? In quanti stadi, in quante partite? Anche dove il Napoli non c’entra nulla. Tipo partite bianconere di Champions o un derby milanese a caso. Ormai è abitudine consolidata: prima ancora di incitare la mia squadra, ci tengo, oh, ma ci tengo proprio a far capire che non sono Napoletano! Ed io, giuro, vorrei dire che questo coro che riempie ossessivamente stadi di tutta Italia mi ha stancato. Vorrei sentire quel moto di orgoglio che spinge ad ingaggiare una donchisciottesca battaglia contro mulini che, sinceramente, ormai fanno roteare “pale” con una consonante in più. Lo vorrei, davvero. Ma non ce la faccio. “Noi non siamo Napoletani”. E lo credo bene, si vede, si sente, si capisce dall’atteggiamento, dal cuore, prima ancora che dall’accento o dalla carta di identità. Perchè saremo pure “pizzaioli, ristoratori e camerieri” sparsi in massa in giro per lo Stivale, ma lo sappiamo benissimo che non siete Napoletani.

Perchè pensate ad insultare una tifoseria (per non dire un popolo) prima di pensare ad incitare la vostra squadra. Perchè ogni cosa che utilizzate come insulto diventa orgoglio, distinzione, appartenenza. Perchè vorreste portarvi anche voi la parmigiana di melanzane allo stadio, ma vi mettere “scuorno”. Perchè Maradona non ce l’avete avuto voi. Perchè noi non ci saremmo mai sognati di incitare un disastro naturale ad annientare un popolo, una città tra le più belle del mondo, mai nella vita, figurarsi durante una manifestazione sportiva, figurarsi nel giorno in cui un terremoto ha spazzato via dalla cartina mezzo centro Italia. Questione di umanità, prima ancora che di intelligenza o appartenenza territoriale. Perchè se la maglia della nostra squadra è azzurra come quello che ci circonda, che ci abbraccia e ci inonda d’amore, allora dai colori delle vostre si possono capire tante cose, anche quest’odio, quest’invidia che non passerà mai. E per un saco di altri motivi…

Perchè Napoli è una madre, è viva, pulsa. E lo senti dalle strade, da quel battito cardiaco che percepisci se poggi una mano su un muro qualsiasi della città. Ti avvolge, ti scalda, ti emoziona, ti fa sentire protetto, in famiglia. Perchè siamo figli del Vesuvio, ma siamo ancora qua. Perchè la “saudade” l’abbiamo inventata noi, che si piange quando s’arriva, ma si piange soprattutto quando si va via. Perchè per noi essere Napoletani è una cosa importante, per questo si tifa per la squadra della nostra città. Perchè siamo Napoletani. E voi no. E non mi disturba questa vostra confessione, non mi indigna ogni volta che urlate questa ammissione di colpe, a gran voce, in tutta Italia. Perchè è la verità: “Voi non siete Napoletani” e non mi fa incazzare, anzi, francamente, mi dispiace moltissimo per voi.

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