A Radio Marte nel corso di “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Alessandro Nista, ex preparatore dei portieri del Napoli.
“Della finale di Coppa Italia vinta contro la Juve ho una bella emozione. Abbiamo lavorato tanto e sodo per raddrizzare un’annata che era stata complicata grazie al lavoro di tutti noi che ci siamo dati da fare il più possibile. In quel momento lì ha avuto un valore ancora più importante. Sono stato uno dei primi tifosi del Napoli quando ha lottato per lo scudetto. Napoli mi è rimasta incisa sulla pelle. Tutti noi abbiamo cullato per gran parte della scorsa stagione un sogno che poteva sembrare qualcosa di più, poi c’è stato un momento di difficoltà che l’ha un po’ infranto. Resta una stagione positiva.
Meret protagonista la sera della finale vinta nel 2020? Alex è un portiere di grandissimo valore. Purtroppo ha avuto una serie di problematiche fisiche dal primissimo giorno che ha iniziato il ritiro e per questo non ha trovato la continuità di cui avrebbe bisogno. È arrivato al Napoli dopo aver giocato 13 partite in Serie A con la Spal. Nonostante le difficoltà di questi anni continuo a pensare che sia stato un investimento intelligente. Avrebbe avuto bisogno di un percorso normale, ma è stato falcidiato dagli infortuni. Nel palcoscenico delle squadre di Serie A il Napoli ha maggiori garanzie in porta, per questo nel momento in cui quando uno ha un po’ di difficoltà, entra l’altro e c’è poco da recriminare. Già il fatto di essere nel giro della Nazionale significa che il valore è alto. Per fare il titolare lì, c’è bisogno di equilibrio. I portieri del Napoli sono di altissimo livello, quindi privarsi di uno o dell’altro è un sacrificio importante. Dopo questo dualismo nato in maniera casuale, adesso una strada va presa. Ho allenato tanti nomi importanti. Ho chiuso il mio rapporto con il calcio sul campo a Napoli perché la mia schiena non mi permetteva di lavorare come dovevo. Sul campo è difficile che mi rivediate, in altri vesti forse sì”.