In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, è intervenuto Marcello Nicchi, presidente dell’AIA:
“Riflessione sulle italiane in Europa? Esattamente condivido. Io credo che nel calcio italiano ci sia una grande voglia di ripartire. In Italia abbiamo società molto ben organizzate e che finalmente cominciano a confrontarsi alla pari anche con grandi squadre straniere. Io credo che i risultati delle squadre e della nazionale lasciano ben sperare. Io credo che non dobbiamo nemmeno essere troppo sorpresi. Sta emergendo anche la grande scuola degli allenatori italiani e sta avendo grandi apprezzamenti anche nel mondo.
Elezione di Gravina? Il discorso è molto semplice. Noi come calcio italiano il 29 di Gennaio abbiamo fatto un grave errore, quello di non eleggere un presidente federale e abbiamo accettato un commissariamento più lungo e che non ha fatto fare grandi progressi. Se avessimo eletto Gravina prima ci sarebbero stati meno problemi. Gravina lo conosco da decenni ed è una persona perbene e conosce il calcio. In un momento come questo non c’è persona migliore di lui per intraprendere questo percorso. Noi arbitri gli daremo una grande mano. Noi su di lui abbiamo puntato fin dall’inizio.
Mi avevano affibbiato il nomignolo di ribelli, ma ci ribelliamo alle cose che non funzionano. Noi vogliamo fare bene il nostro lavoro non solo a livello tecnico. L’unica cosa che abbiamo garantito a Gravina è quello di non preoccuparsi del mondo arbitrale. Il mondo arbitrale studia ed è organizzato e, quindi, è un ‘non problema’. Il nostro motto è che fin dagli albori di questo commissariamento era che bisognava fare presto ad eleggere un presidente federale. In questo periodo, per così dire, di “vacatio” ,diciamo così, si è innescato un meccanismo per cui la gente è stanca. Io credo che ci sia anche la voglia anche da parte della giustizia sportiva e che anche loro siano stanchi di vedersi sul tavolo arrivare grandi sciocchezze. La gente ha voglia di vedere le partite. Questo è un paese che vale tanto a livello d’immagine. Siamo presenti ovunque, siamo tra i quattro campionati migliori e ora dobbiamo risorgere anche dato dal fatto che abbiamo entusiasmo perché abbiamo un grande uomo al comando.
Noi, Sibilia Tommasi e Gravina abbiamo fatto un patto d’onore e vedere che la nostra voglia di cambiare abbia fatto breccia nei cuori della gente è un grande segnale e dimostra quanta voglia ci sia in questo senso. Ora fateci lavorare! Nel calcio non c’è niente da nascondere, mettiamo al centro del campo il pallone.
VAR? Si può fare sempre tanto. Nessuno toglierà il VAR, ha dato grandi segnali di giustizia e di eliminazione di violenza dal punto di vista del gioco. Il campo era diventato una piscina dal centrocampo in poi. Vedevi gente entrare con gambe altissime. Il primo che non ha protestato più è stato il pubblico che ha capito che c’era giustizia in campo. Noi stiamo lavorando per il calcio a livello mondiale. Siamo gli unici che sono partiti per primi e che abbiamo una sala di sperimentazione attiva a Coverciano dove vengono anche arbitri stranieri a studiare.
Var depotenziata? Non è una VAR depotenziata, noi ci siamo lasciati influenzare da un mondiale dove c’era un’applicazione diversa. Non tutti al mondiale erano abituati all’applicazione ferrea e abitudinale del protocollo. Sembra che in Italia ci siamo voluti adeguare al mondiale, ma non è così. Se c’è qualcosa da migliorare saremo i primi a chiedere modifiche. Per ora va bene così l’importante è che noi siamo i garanti del gioco e del regolamento. Ricordate quando il portiere aveva la terza sanzione, l’Italia fu quella che su suggerimento di Buffon propose di eliminarla e quella cosa è stata eliminata. Noi non leggiamo solo il regolamento su un foglio, ma cerchiamo di applicarlo e penso che i mezzi d’informazione ce lo stiano riconoscendo”.