Il presidente uscente vince ancora le elezioni con 242 voti su 337. Dichiarò: “La moviola in campo è la morte del calcio”.
Marcello Nicchi è stato eletto presidente dell’AIA per la terza volta consecutiva. Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri dal 2009 e alla quarta partecipazione alle elezioni – dopo quella non riuscita nell’immediato post-calciopoli nel 2006 – ha fatto discutere il mondo del calcio italiano per le sue posizioni molto simili a quelle di Blatter e Platini per quanto riguarda la moviola in campo, come dichiarato a Radio anch’io lo sport il 10 febbraio 2014: “Sulla moviola, io ho un’idea molto chiara: se domani dovesse arrivare la moviola in campo, allora potremmo cominciare a dire che questo sport è finito e dovremmo cambiargli nome. La moviola in campo è la morte del calcio. Il compito nostro è far rispettare le regole ma, sull’introduzione dei sistemi elettronici in campo, mi sorgono non pochi quesiti”.
Oggi ad ogni modo è stato lui ad infiammare la polemica contro l’ex designatore degli arbitri Braschi, reo di essersi schierato col rivale odierno Zappi: “Ringrazio Stefano Braschi: tu sai quanto ho fatto per te, quando tornato dal Siena nessuno ti voleva e io ti ho imposto a tutti perché credo nelle persone e nelle tue qualità. Te ne ho dato atto anche in tutte quelle nottate in cui siamo stati a parlare di tutto e ti ho anche gratificato a livello economico. Oggi io mi sarei aspettato che, se tu avessi avuto da dirmi qualcosa, me lo avresti detto. Sono scelte che non condivido nei modi e nei tempi, ma va bene così.” Non si è fatta attendere la risposta di Braschi: “Questa associazione ha bisogno di un motore diverso, le regole non si fanno ad personam: io me ne sono dovuto andare dopo quattro anni da designatore, perché il presidente no? È sbagliato sentirsi immortali: io sono fedele alle idee, non alle persone”. Vediamo come andranno i prossimi anni, probabilmente Nicchi dovrà adattarsi a decisioni poco congeniali alle proprie idee.