Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, ha parlato a Radio Crc a “Un calcio alla radio”.
“Il VAR? Ieri c’è stato un confronto con gli allenatori e questa è una responsabilità di Rizzoli e del suo corpo arbitrale. Lo strumento tecnologico sta facendo grandi progressi e ci sono molti aspetti che vengono migliorati continuamente. L’applicazione è rimasta invariata rispetto all’anno scorso. Il VAR non elimina l’arbitro in campo e la sua discrezionalità con esso. Il VAR interviene laddove ci sono errori macroscopici che occorre correggere.
Nelle prime 120 partite di quest’anno, il VAR è stato utilizzato soltanto due volte in meno rispetto all’anno scorso. Non bisogna fare confusione: ogni anno, le federazioni che utilizzano il VAR, inviano un report di quelli che sono tutti i momenti di applicazione, visti durante il campionato. Poi un centro di raccolta analizza tutti i dati arrivati e studia le conseguenti modifiche o miglioramenti al protocollo.
L’Italia è un paese all’avanguardia nel campo del VAR e bisogna continuare su questa strada. E’ uno strumento che sta aiutando molto e ogni anno si prova a migliorare per utilizzarlo sempre più. Il Challenge? Di questo bisognerebbe discutere con i dati in mano, non mi permetto di anteporre la mia idea a chi svolge il proprio lavoro sul campo. Il fallo di mano? Ieri si è discusso a lungo e i parametri di giudizio restano invariati. Poi ci sono tanti altri parametri che vanno giudicati in base alle dinamiche viste in campo”.